Falcomatà e il flop politico della raccolta differenziata porta a porta

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Reggio Calabria, focus sulle modalità della raccolta differenziata porta a porta imposta dal Sindaco Falcomatà

La raccolta differenziata dei rifiuti urbani è stato sempre un grosso problema sia per le Regioni sia per i Comuni poichè la legge, sia pure con compiti e funzioni diverse, ha attribuito ad entrambi gli enti la gestione di questo difficile e complicato servizio. Che i rifiuti urbani debbano essere smaltiti attraverso la realizzazione di un piano d’intervento destinato a differenziare la loro raccolta è un dato scontato e pacifico e rientra non solo nell’esigenza di tenere pulite e ordinate le città, ma anche nell’obiettivo di avere, attraverso il loro riciclo, dei positivi ritorni di natura economica sia per i Comuni sia per i cittadini.

Un’esigenza e un obiettivo cui, prima o poi, si devono adeguare tutti i Comuni, compresi quelli di piccole dimensioni.

L’aspetto che qualsiasi Comune deve tenere ampiamente in considerazione è quello di individuare un piano di smaltimento che sia realmente efficiente ed efficace e non complichi la vita alla popolazione amministrata.

Nella città di Reggio Calabria il Sindaco Falcomatà, per differenziare la raccolta dei rifiuti urbani, ha optato per il sistema denominato porta a porta determinando, nella stragrande maggioranza dei reggini, notevole contrarietà perchè non viene ritenuto per niente funzionale.

Con questa soluzione il primo cittadino ha praticamente imposto ai reggini di differenziare la raccolta dei rifiuti dentro le loro abitazioni, senza ridurre i costi e senza aprire, su un problema così complesso e importante, né un necessario e preventivo dialogo con la città né un confronto successivo per cercare di risolvere i problemi e le criticità che i cittadini lamentano. Non solo le tariffe sono rimaste invariate rispetto a queste nuove funzioni attribuiti ai cittadini, ma questa soluzione ha ulteriormente appesantito le spese dei contribuenti poichè per differenziare la spazzatura ogni nucleo familiare deve comprare sia degli appositi sacchetti sia dei disinfettanti per pulire i mastelli dopo il ritiro.

Nella città metropolitana di Bologna, quanto per fare qualche esempio, con una popolazione che è il doppio rispetto a quella di Reggio Calabria, la raccolta differenziata viene effettuata attraverso appositi cassonetti, ubicati lungo le strade, dove i rifiuti vengono conferiti in orari stabiliti. Le strade sono pulite, i cassonetti pure e il Sindaco della città delle due torri ha incassato il gradimento dei cittadini. E’ un sistema che non solo solleva le famiglie dal trovarsi la spazzatura dentro casa, ma garantisce una migliore qualità della raccolta differenziata rispetto al porta a porta poiché, con questo sistema, inevitabilmente si combinano pasticci e miscugli.

Se l’obiettivo del Sindaco Falcomatà era quello di togliere dalla strada i rifiuti urbani e destinarli all’interno delle abitazioni dei cittadini, con il sistema porta a porta l’obiettivo è stato centrato in pieno. Se invece l’orientamento del primo cittadino era quello di ottimizzare la raccolta differenziata attraverso un sistema ritenuto efficiente ed efficace, l’obiettivo non è stato indovinato.

Infatti, la stragrande maggioranza dei reggini, ha manifestato un vero e proprio rifiuto verso questa soluzione sia perché ogni famiglia si deve tenere dentro casa i numerosi mastelli che tutti assieme occupano ampi spazi sia perché dopo il ritiro ogni nucleo familiare deve provvedere a pulire e disinfettare i contenitori per evitare di portare dentro casa una carica batterica potenzialmente pericolosa. Una pulizia che diventa necessariamente obbligatoria e accurata se in casa ci sono bambini per evitare che la loro naturale curiosità li spinga a mettere le mani in contenitori igienicamente pericolosi e scongiurare il pericolo di contrarre infezioni. Se poi in un nucleo familiare ci sono persone anziane costretti ad usare pannoloni oppure vi sono dei neonati, la cosa si complica ulteriormente. E’ inutile raccontare la storiella che quando ci sono casi di questa natura si può fare richiesta alla società di gestione per ottenere un passaggio privilegiato del furgone prelevatore. Ci sono zone della città dove i cittadini lamentano la mancata raccolta dei rifiuti nei giorni stabiliti,figuriamoci in questi casi.

Un altro grosso problema riguarda la raccolta del vetro. Se un nucleo familiare, quanto per fare ancora un altro esempio spicciolo spicciolo, composto da quattro persone adulte, ha l’abitudine di consumare una bevanda contenuta in una bottiglia di vetro sia a pranzo sia a cena, nell’arco di una giornata sono otto le bottiglie che devono essere sistemate nell’apposito contenitore. Poiché la raccolta del vetro avviene dopo quindici (15) giorni, se moltiplichiamo otto per quindici otteniamo come risultato centoventi. Questo significa che una famiglia, dopo quindici giorni, si ritrova dentro casa centoventi (120) bottiglie di vetro (una vera e propria discarica) che oltre ad essere ingombranti sono anche pericolose.

Se in diversi punti della città si registrano cumuli di spazzatura, questo non avviene perché i reggini sono “lordazzi” ma perché vi è, da parte di una moltitudine di cittadini, una manifestazione di rabbia verso il sistema porta a porta perché non viene ritenuto per niente funzionale.

Abbandonare i rifiuti per strada è senza dubbio un gesto incivile e intollerante, considerato che questi comportamenti sono diffusi e non isolati, nel senso che non sono limitati ai soliti incivili, chi politicamente gestisce la città, dovrebbe invece orientare l’attenzione a leggere, capire e interpretare il significato vero che si cela dietro questi comportamenti.

Il primo cittadino, invece di aprire spiragli di confronto e dialogo con la città e trovare soluzioni partecipate e condivise per modificare e migliorare le criticità del sistema porta a porta, ha pensato di risolvere la questione mostrando i muscoli.

Inasprire il rapporto con la città, quasi a realizzare, su una questione così importante e complicata, un vero e proprio braccio di ferro, non serve a niente, anzi assume una dimensione pericolosa e dannosa sia sotto l’aspetto politico sia sotto l’aspetto dialogico con la città.

Abbandonare i rifiuti per strada, ribadiamo, sono comportamenti incivili, ma questi comportamenti contengono un messaggio, sia pure simbolico, che la politica deve capire e interpretare. La democrazia, per crescere, affermarsi e diventare autenticamente rappresentativa, non ha bisogno della forza, ma ha bisogno del dialogo, del confronto e della ricerca del consenso. Se è vero che il primo cittadino, come abbiamo avuto modo di leggere attraverso la stampa locale, ha intenzione di ricandidarsi alla guida della città, con la soluzione porta a porta ha messo in crisi anche quegli elettori storici del Pd, vale a dire quegli elettori abituati a votare Pd sempre, comunque e a prescindere.

Ecco perché la soluzione della raccolta differenziata porta a porta, politicamente, si è tradotta in un vero e proprio flop politico per il Sindaco Falcomatà

Con una scadenza elettorale oramai prossima, poichè è molto probabile che le elezioni amministrative saranno accorpate a quelle Regionali in calendario il prossimo autunno, il Sindaco Falcomatà avrebbe dovuto meglio riflettere e meglio ponderare, unitamente ai cittadini, la soluzione da adottare, anche perché, rispetto ai tributi elevati, i cittadini pretendono, da parte dell’Amministrazione Comunale, un sistema di raccolta differenziata che sia realmente efficace, efficiente e funzionale, mentre il porta a porta non si è dimostrato né efficace, né efficiente, nè funzionale e per nulla economico per i cittadini.

Nondimeno, il gradimento da parte dei reggini di questa, come di altre soluzioni adottate dall’Amministrazione Comunale, avremo sicuramente modo di valutarli e commentarli dopo il risultato elettorale amministrativo del prossimo autunno.

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