Reggio Calabria, che guaio per Falcomatà: la Procura chiede il rinvio a giudizio per lo scandalo Miramare

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Reggio Calabria, chiesto il rinvio a giudizio per il Sindaco Falcomatà, il vice sindaco Neri e tutta la Giunta del 2015 sullo scandalo Miramare

Era il gioiello della città, e Falcomatà nella campagna elettorale del 2014 aveva promesso di rilanciarlo nella sua “nuova primavera”: invece il Miramare è diventato l’oggetto di uno dei tanti scandali che ha coinvolto l’amministrazione Pd di Reggio Calabria, e oggi dopo quasi 4 anni dall’elezione del Sindaco è ancora chiuso e abbandonato al degrado e all’incuria. Con la Procura che ha chiesto il rinvio a giudizio dello stesso Sindaco Falcomatà e di tutta la sua giunta (gli assessori del 2015) per i reati di abuso d’ufficio e falso ideologico (per alcuni degli indagati).

Falcomatà dovrà comparire in aula davanti al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Reggio Calabria il 17 settembre, tra poco più di due mesi, per rispondere alle accuse della Procura: tutto è partito dall’affidamento del Miramare da parte di Falcomatà all’amico Paolo Zagarella, noto imprenditore reggino che aveva ospitato in un suo immobile di via Possidonea la segreteria politica di Falcomatà durante la campagna elettorale. La compagna di Zagarella era persino candidata nella lista “La Svolta” a sostegno di Falcomatà. La delibera della Giunta n° 101 del 16 luglio 2015 aveva subito imbarazzato politicamente l’amministrazione, che adesso rischia di passare seri guai giudiziari.

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Oltre a Falcomatà, sono coinvolti anche il vice Sindaco Armando Neri, gli assessori Giovanni Muraca, Giuseppe Marino, Antonino Zimbalatti e Saverio Anghelone, e gli ex assessori Angela Marcianò, Patrizia Nardi e Agata Quattrone. Nell’inchiesta sono finiti anche la segretaria generale di Palazzo San Giorgio, Giovanna Acquaviva, la dirigente Spanò e il rappresentante legale dell’associazione di Zagarella che aveva ottenuto l’affidamento, “Il Sottoscala”.

A denunciare lo scandalo erano stati dapprima alcuni esponenti dell’opposizione di Centro/Destra, poi associazioni civiche e infine persino l’ex assessore Marcianò nel momento in cui veniva esclusa dalla Giunta dallo stesso Falcomatà. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e il sostituto Walter Ignazzitto, che a settembre 2017 avevano fatto notificare gli avvisi di garanzia. E adesso il processo potrebbe partire proprio a ridosso delle nuove elezioni comunali del 2019 con Falcomatà convinto di ricandidarsi e vincere nuovamente come nel 2014.

Intanto il Miramare rimane chiuso e abbandonato: dall’idea dell’ex Sindaco Demetrio Arena, di mettere in vendita il prestigioso albergo reggino con un bando internazionale per le grandi catene (con un incasso stimato per le casse dell’ente di circa 15 milioni di euro, e soprattutto con una pioggia di ricadute positive per la città che avrebbe beneficiato dell’indotto di una grande struttura alberghiera di cui Reggio è ancora orfana nonostante la propria vocazione turistica), al buio di oggi il passo è breve. Ma era il 2011, non c’era ancora stato neanche il commissariamento e i reggini pagavano circa il 40% di tasse rispetto alle esose cifre odierne. Con il Miramare ancora bloccato e abbandonato.

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