A Reggio Calabria la raccolta di firme sulle otto proposte di legge, già depositate in Cassazione, a difesa dello Stato di diritto
Ha preso il via anche a Reggio Calabria la raccolta di firme sulle otto proposte di legge, già depositate in Cassazione, a difesa dello Stato di diritto. Un percorso che vede protagonista Mezzogiorno in Movimento (nel quadro dell’iniziativa promossa dal Partito Radicale, “8 Firme contro il regime”) quale autore di due proposte in materia di revisione del sistema delle informazioni interdittive, delle misure di prevenzione antimafia e delle procedure di scioglimento dei Comuni. Il primo appuntamento con i banchetti per le firme è in programma il prossimo 2 agosto a Gioia Tauro (altre date verranno fissate in seguito).
“Si tratta di proposte che puntano – ha spiegato il presidente di Mezzogiorno in Movimento, Andrea Cuzzocrea, nel corso dell’evento di presentazione ospitato nel Piccolo Auditorium “Lamberti Castronuovo” – a favorire una sana partecipazione popolare ed a impedire le infiltrazioni criminali nel sistema economico. Vogliamo, al riguardo, sgombrare il campo da qualsiasi fraintendimento: noi non difendiamo l’indifendibile, né inseguiamo rivalse personali verso torti subiti. Il nostro obiettivo è la modifica di questi strumenti affinché siano più consoni allo stato di diritto. Rifiutiamo l’idea che il fine prescinda dai mezzi perché ciò sta generando una evidente lesione dei diritti di cittadini e imprese. Basti pensare – ha sottolineato Cuzzocrea – alle interdittive il cui uso indiscriminato è ora acclarato anche dai numeri dell’ultima relazione della Dia che dimostra come nel 2017 ci siano state 197 interdittive in Calabria, la stragrande maggioranza nel territorio reggino, a fronte delle 67 in Campania, 29 in Lombardia, 50 in Emilia Romagna. Facendo un banale rapporto sul numero della popolazione si evince che in Calabria tale misura incida circa dieci volte tanto rispetto ad altre regioni. E lo stesso discorso vale per gli scioglimenti dei Comuni. Le interdittive, peraltro, hanno visto modificare radicalmente nel tempo i presupposti della loro applicazione che oggi sono talmente vaghi e indeterminati da aver prodotto il cosiddetto fenomeno delle interdittive da “contagio”, ovvero è sufficiente che un’impresa abbia rapporti con un’altra colpita da tale misura per subire anch’essa un’interdittiva. Con la nostra proposta – ha poi concluso il presidente di Mezzogiorno in Movimento – noi chiediamo di giurisdizionalizzare questi strumenti, per farne dei meccanismi di tutela avanzata come del resto era previsto in origine. Occorre, inoltre, avviare un serio confronto sulle ricadute sociali, economiche e occupazionali che tale situazione sta determinando in Calabria e in provincia di Reggio in particolare. Basti pensare al crollo degli occupati nel settore edile passati nel reggino dagli 8mila di 6/7 anni fa agli attuali 3mila. Una caduta spaventosa che non si registra nelle altre province dove, al contrario, è in atto una pur lieve crescita”.