Sicilia: I Pupi di Surfaro vincono il Premio Amnesty

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La band siciliana trionfa con  ‘Gnanzou sul palco di Voci per la Libertà

I Pupi di Surfaro erano fra i cinque finalisti selezionati tra 128 concorrenti provenienti da tutta Italia per il Premio dedicato ai migliori brani legati alla Dichiarazione universale dei diritti umani.
Protagonisti della manifestazione anche Brunori sas, vincitore del Premio Amnesty Italia, sezione Big,  e gli ospiti Enrico Ruggeri, Mirkoeilcane e la Med Free Orkestra. ‘Gnanzou l’urlo contro l’odio e l’indifferenza è il brano estratto da Nemo profeta l’ultimo album dei Pupi di Surfaro. Pubblicata con la collaborazione straordinaria del musicista senegalese Jali Diabate, ‘Gnanzou è il verso della “Cialoma”, il canto che accompagnava e guidava la pesca del tonno rosso nelle tonnare della Sicilia, quella che viene chiamata la “mattanza”. Un brano che tratta il tanto delicato tema dell’immigrazione e delle stragi nelle acque del Mediterraneo.

Difficile definire il sound del nuovo disco. Noi ci abbiamo messo tutto quello che abbiamo e tutti possono trovaci quello che vogliono. Folk/Elettro/Rock potrebbe essere, a nostro avviso, un’etichetta capace di contenere una buona percentuale di tutto quello che il disco promette di essere. Elemento centrale è il testo e l’uso della parola pregnante, originale, graffiante, ironica, spregiudicata, cattiva, dissacrante, provocatoria. L’uso del dialetto, prettamente siciliano, che però, prontamente si apre a contaminazioni della lingua italiana, ma anche inglese, americana, oppure del mandingo-senegalese (di Jali Diabate in “’Gnanzou”) e addirittura sardo-ligure (in “Ruzaju” di Andrea Parodi), si apre ad uno scenario decisamente World-Music. La parola d’ordine è: Confondere. La scommessa è: sorprendere. Il rischio è: piacere troppo all’ascoltatore superficiale e distratto”.

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