Operazione Nebrodi, arrivano le condanne. Antoci: “confermato clima di terrore nel territorio”

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Il Tribunale di Catania ha condannato ieri diverse persone indagate nell’ambito dell’Operazione Nebrodi. Antoci: “confermato clima di terrore nel territorio”

Il Tribunale di Catania ha condannato ieri Antonino Galati Giordano e Luigi Galati Giordano a 7 anni di reclusione e 5 mila euro di multa; Giovanni Pruiti è  stato condannato a 7 anni, 4 mesi e 26 giorni di reclusione e 5.467,00 euro di multa e Carmelo Triscari Giacucco a 4 anni di reclusione e 4 mila euro di multa. Gli imputati sono stati anche interdetti dai pubblici uffici. Il provvedimento scattò nel febbraio 2017 e furono i Carabinieri del ROS di Catania e del Comando Provinciale di Messina ad eseguirlo, mentre le indagini erano state  coordinate dalla DDA della Procura di Catania, diretta dal Procuratore Carmelo Zuccaro. Dalle indagini  era emersa l’azione di due clan che avrebbero minacciato allevatori e agricoltori per entrare in possesso dei loro terreni e ottenere contribuiti dell’Unione europea, aggirando così il ‘Protocollo Antoci’ che prevede la presentazione del certificato antimafia.

L’indagine, denominata Nebrodi, partì infatti proprio dall’attentato all’ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. In manette finirono anche i presunti capi dei due gruppi, Giovanni Pruiti fratello dell’ergastolano Giuseppe, condannato per associazione mafiosa e omicidio, e Salvatore Catania detto “Turi”. “Ricordo ancora le parole di Giovanni Pruiti alla trasmissione Le Iene – dichiara Giuseppe Antoci ex Presidente del Parco dei Nebrodi e scampato ad un attentato mafioso nel maggio 2016. “Io ho i calli nelle mani – diceva Pruiti – qui non c’è niente è tutto inventato”. “Quindi adesso – aggiunge Antoci – si sono inventati anche gli arresti i Carabinieri e la condanna a 7 anni i Magistrati?” “La verità è che da questa operazione e da queste condanne – continua Antoci – è stato confermato il clima di terrore che attanagliava i Nebrodi e tutta la Sicilia con minacce ed estorsioni”. “Oggi grazie al Protocollo di Legalità (da settembre Legge dello Stato) e al lavoro di Forze dell’Ordine e Magistratura si è scritta una pagina importante per questo territorio – dice Antoci – dove gli agricoltori e allevatori onesti possono non subire più le prepotenze di chi pensava di poter spadroneggiare e dettare le regole”. Adesso – conclude Antoci – le regole le detta lo Stato e chi non le rispetta va in galera”.

 

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