Gestione Atam a Reggio Calabria, Ripepi: “parcelle da 50 mila euro in tempo di crisi”

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Gestione Atam a Reggio Calabria, Ripepi: “parcelle da 50 mila euro in tempo di crisi, interrogazione al sindaco”

Il Consigliere Comunale Massimo Ripepi ha inoltrato in data odierna un’interrogazione urgente al Sindaco di Reggio Calabria  sull’attuale situazione dell’ATAM (Azienda Trasporti per l’Area Metropolitana di Reggio Calabria). Nell’interrogazione Ripepi, facendosi portavoce delle proteste che quasi quotidianamente vengono esternate dai dipendenti e dalle OO.SS. che li rappresentano, analizza i dati derivati dai bilanci d’Esercizio dal 2015 al 2017 e chiede spiegazioni come in tempi di crisi e ristrettezze economiche sia stato ritenuto utile dai vertici dell’azienda l’assunzione di consulenti a 50.000 euro l’anno circa. Prioritariamente viene chiesta la motivazione per la quale il Sindaco non ha mai dato seguito all’importantissima interrogazione presentata in data 13/10/2015 avente ad oggetto proprio i compensi ATAM e nello specifico di fornire informazioni dettagliate sull’operato dei consulenti e collaboratori nominati in questi ultimi anni a vario titolo che dimostrino l’effettiva necessità di corrispondere agli stessi onorari così elevati. Tali consulenti, avvocati, commercialisti, medici e ingegneri percepivano infatti parcelle di circa 50.000 euro l’anno che stridono con la grave crisi economica in cui versa attualmente l’azienda. Una grave discrasia economico gestionale per la quale ne il Sindaco ne i vertici dell’Azienda hanno mai voluto dare conto. Nello specifico nell’ultimo triennio non vi è stato alcun incremento di ricavi per la vendita dei titoli di viaggi fermi a 2 mln di euro, mentre i proventi pubblicitari si sono addirittura ridotti a 43.000 euro. In particolare lo stesso Ripepi  esprime preoccupazione per il mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti che hanno, a ridosso della crisi aziendale,  pagato un alto prezzo ai fini del risanamento aziendale mai avvenuto e pone l’accento sulla diminuzione dal 2015 al 2017 di ben 20 unità ( da 313 del 2015 a 293 del 2017) con una consequenziale carenza di organico nonchè al contributo del 10 % che i lavoratori hanno avuto decurtato dallo stipendio secondo quanto disposto dal Contratto di Solidarietà. Se i dati sono questi non v’è dubbio che gli amministratori più bravi in ATAM sono proprio i dipendenti e non quelli nominati da Falcomatà. Per quanto riguarda il riferimento ai “vecchi tempi“ fatto da qualche consigliere comunale della maggioranza, residuato bellico degli anni ottanta,  appare utile ricordare l’apertura del terminal Botteghelle nel 2010, l’assunzione degli autisti nel 2011 ( le uniche da 10 anni a questa parte), il consolidamento dei 25 precari addetti alla sosta ed il passaggio degli LSU all’ATAM con relative stabilizzazioni. La situazione di pericolo dell’azienda è partita dal mancato riconoscimento di 11 mln di Euro da parte della Regione (che successivamente li ha versati) : ciò accade, purtroppo, quando i ricavi dipendono per l’oltre 50% (11 mln su 21) dai rimborsi Regionali e quando è assente una politica d’incremento delle entrate unita ad una seria lotta all’evasione. Ripepi conclude l’interrogazione chiedendo al Sindaco  di istituire un tavolo tecnico e/o  una commissione formata da Consiglieri Comunali ed esperti che, monitorando la situazione, possa fornire all’Amministrazione soluzioni adeguate per lo sviluppo e il rilancio dell’ATAM.

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