Catania: sequestrati beni per 1 milione di euro ad esponenti di spicco del clan Trigila

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La carriera criminale dei fratelli Trigila presenta numerosi precedenti penali

Dalle prime ore della mattinata odierna la DIA di Catania sta eseguendo due decreti di sequestro beni emessi dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione – su proposta avanzata dal Direttore della DIA, Generale di Divisione Giuseppe Governale, in sinergia con la Procura della Repubblica, diretta dal dr. Carmelo Zuccaro, nei confronti di Trigila Antonio Giuseppe, cl. 1951, detto “Pinnintula”, condannato alla pena dell’ergastolo e capo indiscusso dell’omonimo clan mafioso – operante nella zona sud della provincia di Siracusa, inserito nel più ampio cartello con il clan diretto dal noto boss Nardo Sebastiano e legato al pericoloso ed egemone clan mafioso catanese “SANTAPAOLA” -, e del fratello Trigila Gianfranco, cl. 1974, esponente di spicco del medesimo clan.

La carriera criminale dei fratelli TRIGILA, Antonio Giuseppe e Gianfranco, presenta numerosi precedenti penali, tra i quali, associazione mafiosa, partecipazione ad associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, acquisto detenzione e vendita illeciti di sostanze stupefacenti, riciclaggio, estorsione in danno di esercizi commerciali, omicidio, porto illegale di armi e furto.

Significativi, in tal senso, appaiono i colloqui in carcere intercorsi fra Trigila Antonio Giuseppe ed i suoi familiari, captati nell’ambito delle attività investigative dell’operazione denominata “Ultimo Atto”, in cui è emerso inconfutabilmente l’interessamento del capo clan nei confronti di un’impresa esercente l’attività di “fabbricazione di imballaggi in legno”, operante nell’indotto del mercato ortofrutticolo di Pachino.

Il Trigila, infatti, si informava in merito agli affari economici dell’azienda (acquistata da suo genero BUONORA Graziano) ed alle somme di denaro provenienti dall’attività svolta, che sarebbero dovute entrare nelle casse del clan, per il cospicuo investimento sostenuto nella suddetta impresa – circa “trecentocinquanta milioni”, non meglio specificati – individuato nell’acquisto di un macchinario per la costruzione delle cassette.

L’odierno provvedimento, scaturisce dagli accertamenti patrimoniali svolti dalla DIA di Catania sul contro dei Trigila, estesi anche ai rispettivi nuclei familiari, che hanno consentito non solo di ricostruire il profilo criminale degli stessi, evidenziando la spiccata pericolosità sociale, ma anche di accertare la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati e gli arricchimenti patrimoniali dei predetti, evidentemente provento dell’attività delittuosa.

Il patrimonio oggetto del sequestro è composto da:

  • compendio aziendale di un’impresa individuale operante nel settore di bar e ristorazioni;
  • un’impresa individuale operante nel settore della fabbricazione di imballaggi in legno;
  • quattro autoveicoli ed un motoveicolo;
  • 5 immobili;
  • rapporti finanziari e disponibilità bancarie;
  • per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro.

Catania: le immagini del sequestro di beni a Trigila [VIDEO]

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