Debutto in Sicilia per “Orcaestra”: il nuovo tour di Vinicio Capossela fa tappa a Taormina e a Palermo

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Vinicio Capossela in concerto a Palermo e al Teatro Antico di Taormina

“Orcaestra”, il nuovo tour sinfonico orchestrale di Vinicio Capossela, sarà domani (12 luglio) al Teatro di Verdura di Palermo e sabato (14 luglio) al Teatro Antico di Taormina, per due appuntamenti con l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, diretta da Stefano Nanni.  Prevendite online presso i principali circuiti di prevendita: Ticketone, Vivaticket, Geticket, Circuito BoxOffice Sicilia. I tagliandi saranno in vendita anche il giorno del concerto al botteghino dei teatri. Inizio spettacoli ore 21:15.
La musica di Vinicio Capossela con la sua varietà timbrica e la complessità armonica si è sempre prestata a organici strumentali inconsueti e partiture che hanno beneficiato di grandi penne dell’arrangiamento. Unita all’orchestra sinfonica si dilata, si fa labirinto, le parole si perdono tra ottoni, legni e violini in un affascinante percorso musicale.
Similmente ai grandi animali marini, l’Orcaestra, pachidermico congegno musicale in grado di produrre richiami mnemonici, smisurata creatura onnivora, inghiotte canti, li eleva e li risputa in forma di odissea orchestrale per canzoni, l’odissea più che venticinquennale di Vinicio Capossela, un artificiere delle parole in musica.
Il 2017 è stato un anno importante per Vinicio Capossela. L’artista è stato insignito del Premio Tenco 2017 e del Premio Lunezia Canzone d’Autore 2017 per l’album “Canzoni della Cupa”. Canzoni della cupa e altri spaventi e gli appuntamenti estivi denominati Atti unici e qualche rivincita hanno riscosso grande successo di pubblico e apprezzamenti dalla critica. Parallelamente all’attività in Italia, Capossela pubblica il nuovo album anche in Europa e lo presenta in Germania, Austria, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Francia, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna e Irlanda.  Il 2017 si conclude con una nuova serie di concerti in teatro: Ombre nell’Inverno è il titolo del tour, terzo atto live che chiude idealmente il lavoro sul progetto “Canzoni della Cupa”.

Il 2018 vede Capossela impegnato in diversi concerti nel sud-est asiatico, in Argentina, Cile, e nel tour appena concluso nella penisola iberica che ha accompagnato l’uscita di “Canzoni della Cupa” in Spagna.  ORCÆSTRA, un progetto immaginato da tempo, è il solo appuntamento dal vivo in Italia, che questa estate trova realizzazione in una serie di teatri suggestivi quanto il programma. Ecco cosa dice Vinicio Capossela del suo nuovo progetto:
Finire nelle fauci dell’ORCAESTRA … come fosse un animale smisurato e mitologico. Che non è una balena, è un’Orca. La balena la conosciamo già, ha qualcosa di materno, che per quanto produca spavento, può accogliere. L’orca è ferina, vorace, selvatica. Fa a brandelli il passato e lo risputa. È bocca spalancata, un doppio, ottuso semicerchio dentato. Può inghiottire da un momento all’altro il piccolo pianoforte a vela che gli naviga in boccascena. Così l’Orcaestra è un congegno mnemonico che addenta il futuro risputando brani del passato. Viaggiare inseguito da queste fauci è una specie di traversata nella propria esistenza, che utilizza anche scogli e frammenti di brani classici che hanno segnato un’epopea mitica: l’intermezzo di Cavalleria Rusticana, per esempio. È musica libera (nella scelta del repertorio) per spostarsi, cacciare, accoppiarsi. Che infine queste sono le necessità per le quali i mammiferi marini cantano, o emettono suoni, diversi a seconda delle occasioni. Tre attività che alla fine sono la sintesi dei motivi della Vita stessa: “Spostarsi”, quindi muoversi…il viaggio, la scoperta, l’avventura; “Cacciare”, quindi lottare, combattere, ma anche inseguire qualcosa, andare a trovarlo dove si è rintanato per poterlo affrontare; ed infine “Accoppiarsi”, quindi amare o almeno raddoppiarsi. L’amore, la seduzione, l’attrazione, la necessità, la tensione all’altro. Questi gli elementi del nostro portolano periglioso, in un itinerario geografico che tocca più luoghi lacustri. Il lago: l’acqua ferma, dolce, nella quale più si diventa pesanti e più velocemente si affonda. Il lago, che sempre cela il suo mostro e la sua leggenda. Costeggiare le rive di questo paese di coste e antiche mura. Portarsi così sulla schiena questo mostro ferino, capace di ampi sbuffi di eleganza… come è elegante il lupo mannaro quando ulula e riflette nei denti la luna. AURRRRRRRRRRRRRRRR”.

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