Strage di Capaci: 26 anni fa l’attentato a Giovanni Falcone [FOTO e VIDEO]

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    Alberto Lo Bianco/LaPresse
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StrettoWeb

Sono passati 26 anni dalla Strage di Capaci in cui morì il magistrato antimafia Giovanni Falcone: oggi tante iniziative in tutta Italia

23 maggio 1992. Sono trascorsi 26 anni da quel sabato pomeriggio in cui morì il magistrato antimafia Giovanni Falcone. Con lui, altre quattro vite furono spezzate da Cosa Nostra. Si tratta di: Francesca Morvillo, moglie di Giovanni e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Gli attentatori fecero saltare un tratto dell’autostrada A29 mentre transitavano le auto di Falcone e della sua scorta. La strage, festeggiata dai mafiosi nel carcere dell’Ucciardone, fu come un terremoto per l’opinione pubblica. La società, ormai scossa dall’evento, comprese quanto la malerba fosse radicata e di cosa fosse capace. Ogni anno il 23 maggio si tiene a Palermo e a Capaci una manifestazione in commemorazione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ucciso il 19 luglio nella strage di Via d’Amelio. Ieri sera infatti dal porto di Civitavecchia con destinazione Palermo, è salpata la Nave della Legalità con oltre mille ragazze e ragazzi. Sulla nave sono stati previsti numerosi momenti di riflessione in compagnia di Claudia Loi, sorella di Emanuela Loi, agente della scorta di Borsellino. Questa mattina, invece, nell’Aula Bunker dell’Ucciardone, dove si è svolto il maxi processo, si è tenuta la cerimonia istituzionale che ha visto la partecipazione del Presidente della Camera, Roberto Fico, del vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, della Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli, del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, del Capo della Polizia Franco Gabrielli, del rappresentante del Federal Bureau of Investigation (FBI) John Brosnan, della presidente della Fondazione Falcone e sorella di Giovanni, Maria Falcone e due dei magistrati protagonisti del maxiprocesso, Pietro Grasso e Giuseppe Ayala. La città di Palermo è stata quindi invasa da numerosi giovani volenterosi di conoscere figure tanto importanti, che hanno segnato la storia e che sono da stimolo per la loro formazione. Solo attraverso la conoscenza è possibile sperare in un futuro migliore dove magari la mafia sarà solo un brutto ricordo.

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