Reggio Calabria, emergenza rifiuti: il problema non è la raccolta differenziata ma il modo con cui Falcomatà l’ha voluta imporre alla città

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Reggio Calabria, città in ginocchio per la nuova emergenza rifiuti: sporcizia e degrado ovunque per l’imposizione di un sistema di raccolta differenziata folle e inadeguato da parte del Comune

A Reggio Calabria è iniziata una nuova emergenza rifiuti: a scatenarla, la forzata rimozione dei cassonetti anche dal centro storico, già fino a poco tempo fa una delle ultime zone in cui si potevano regolarmente conferire i rifiuti dentro gli appositi contenitori a fronte di un servizio di raccolta differenziata che fa acqua da tutte le parti. Che sia chiaro, soltanto un folle potrebbe nel 2018 criticare il concetto in se’ della raccolta differenziata. Il problema di Reggio è come il Comune guidato dal Sindaco Falcomatà ha deciso di imporre questo sistema, alla stregua di un paesino aspromontano di 1.200 abitanti o degli standard di trenta-quaranta anni fa. A confronto, le pecore della Raggi per tagliare l’erba di Roma sono avvenirismo puro.

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Il primo problema della raccolta differenziata reggina è l’assoluta e totale mancanza di una strategia. Il Comune non ha deciso di intraprendere la differenziata perchè è giusto, utile, comodo, conveniente e moderno. Non ha condiviso la scelta con i cittadini e le associazioni. Non ha scelto di intraprendere un percorso virtuoso. Non è stata una scelta del fare, una scelta “per”. Al contrario, Falcomatà arrivato al Comune ereditando l’emergenza rifiuti che tra 2013 e 2014 durante il commissariamento del Comune aveva piegato la città, aveva promesso di risolvere tutto. Come? Nelle sue intenzioni, l’unica soluzione era quella di eliminare i cassonetti. E quindi di conseguenza facciamo la differenziata porta a porta, perché si parte dal presupposto del “reggino incivile” che quindi non potrebbe mai gestire i cassonetti. Una differenziata, quindi, che nasce contro qualcosa. Per rimediare ad altri problemi, in mancanza di valide soluzioni alternative. Il presupposto è quel video natalizio in cui il primo cittadino attaccava la sua stessa gente: un pasticcio partito male e finito peggio.

La raccolta differenziata “porta a porta”, infatti, da che mondo è mondo funziona soltanto nei piccoli borghi di montagna, in paesi o al massimo cittadine di poche migliaia di abitanti. Non esiste una città grande e popolata come Reggio Calabria che elimina i cassonetti della spazzatura per sostituire con il porta a porta totale. Al massimo si organizza in un quartiere. Ma a Reggio vogliamo fare le cose in grande, vogliamo un primato storico mondiale. Eppure nel 2018 la raccolta differenziata funziona ovunque nel mondo con i cassonetti elettronici e i rifiuti sotterranei.

Ogni cittadino differenzia i rifiuti in casa innanzitutto perchè gli conviene economicamente, e soltanto in secondo luogo per tutta la retorica dell’ambiente e della civiltà. Il Comune consegna a tutti i residenti una tessera elettronica con codice a barre riconducibile al singolo nucleo familiare, e soltanto con quello si può aprire automaticamente il cassonetto dei rifiuti conferendo il materiale differenziato, e ottenendo automaticamente in cambio uno sconto sulla tassa proporzionale alla quantità di rifiuti differenziati (che vengono pesati dal cassonetto). Così non solo si differenzia, ma c’è una corsa a differenziare il più possibile perchè più si differenzia, meno si paga.

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

Reggio Calabria, però, ha anche il primato di essere l’unica città del mondo ad imporre la differenziata senza alcuna agevolazione economica. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il concetto stesso della raccolta differenziata nasce dalla richiesta di sacrifici ai cittadini in cambio di incentivi economici, anche perché i rifiuti differenziati hanno un valore considerevole e vengono venduti a buon prezzo sul mercato. Come si fa a pretendere che i reggini possano differenziare gratis, quando ovunque nel mondo si differenzia in cambio di denaro? La TARI di Reggio Calabria, invece, è la più alta d’Italia ed è uguale per chi differenzia e chi no. Alla faccia dell’incentivo.

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

Il “porta a porta”, inoltre, non può funzionare (e infatti non funziona) per svariati motivi. Molti condomini hanno cancelli privati e spazi privati molto vasti interni, altri hanno decine e decine di appartamenti. Ogni giorno si creano cumuli di rifiuti alla mercè degli animali randagi che rovistano dentro i mastelli determinando sporcizia e degrado senza precedenti. Sono stati eliminati i cassonetti per “risolvere” un problema, che invece si è moltiplicato e diffuso come un virus sotto ogni portone della città.

Eppure dieci anni fa Reggio Calabria  raccoglieva risultati straordinari ed era un esempio da seguire. Nel lontano 2008, infatti, Reggio Calabria era già al 16%, una percentuale tra le migliori di tutto il Centro/Sud per l’epoca. Ed era una città pulita, in cui il sistema di raccolta differenziata non prevedeva il porta a porta e funzionava molto bene. Erano gli anni in cui Reggio vinceva le “Cartoniadi“, le Olimpiadi della raccolta differenziata, imponendosi come leader del settore a livello nazionale.

HpmImgRicordate i cassonetti di plastica blu, bianchi e gialli posizionati in tutta la città fuori dalle abitazioni? Era quella la raccolta differenziata che funzionava a Reggio: la portava avanti la Fata Morgana, che proprio nel 2008 – l’anno di massimo boom in città – aveva realizzato una massiccia campagna di sensibilizzazione insieme al CONAI, i cui testimonial erano Ciccio Cozza, allora capitano della Reggina in serie A, e sua moglie Manila Nazzaro, Miss Italia. Era la stessa “città incivile” di oggi, o tutti i civili sono defunti in dieci anni e le nuove generazioni si macchiano di inciviltà?

Il problema reale è che oggi la Fata Morgana non c’è più (la Leonia neanche), tutto è affidato al Comune che tramite l’Avr ha imposto – senza alcuna condivisione con i cittadini – un modello balordo di porta-a-porta che non può funzionare. L’eliminazione forzata dei cassonetti, inoltre, determina una perenne emergenza che riduce la città in un grande immondezzaio. La raccolta dei mastelli viene sospesa nei giorni festivi (!!!) che sono tra l’altro quelli con la maggiore produzione. E la città è di nuovo in emergenza.

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