E’ stato presentato il nuovo “Premio Letterario Saverio Strati”, istituito per la prima volta nella storia dall’Ente Parco dell’Aspromonte e dal Comune di Sant’Agata del Bianco dedicato alla figura dello scrittore calabrese
Gioacchino Criaco ha evidenziato l’importanza degli intellettuali aspromontani, ribadendone la rilevanza soprattutto da un punto di vista antropologico: “È importante che non siano gli altri, venuti da lontano, a raccontare le nostre vicende. Strati merita di essere studiato e conosciuto. La sua biografia è il tratto della nostra gente, che ha subito troppi furti da parte della storia”. “Finalmente – aggiunge l’Autore de “La Maligredi” – si concretizza qualcosa di importante per uno scrittore dell’Aspromonte, ci hanno provato in tanti e per tanti anni, ma nessuno ci era ancora riuscito. Se il Premio letterario “Saverio Strati” si è concretizzato lo si deve alla volontà, partita dal basso, di uscire da quell’individualismo che era diventato il dramma di noi calabresi”. Anche lo scrittore Mimmo Gangemi si riallaccia a Criaco nel condannare le disattenzioni della storiografia rispetto al nostro territorio, ed evidenzia come sia irrinunciabile pubblicare l’inedito Diario di Strati che, in circa 3000 pagine, “racconta la nostra epoca e il 900 attraverso gli occhi di un grande scrittore. Mi auguro – ha concluso – che oltre al Premio nasca una Fondazione o un Parco letterario”. Palma Comandé, dal canto suo, sottolineando l’importanza che ebbe in ogni epoca la Cultura per il riscatto dei figli di molti contadini, ha rievocato i momenti dell’infanzia vissuti con lo zio, mostrando al pubblico la bozza inedita del romanzo di Strati “Tutta una Vita” che la Casa Editrice Mondadori rifiutò.
“Cultura è la parola che più di ogni altra spiega il senso della mia presenza – ha invece esordito il Presidente del Parco dell’Aspromonte Giuseppe Bombino – Una parola che sa piegarsi, curvarsi, distendersi, per unire la fatica terrestre al pensiero degli intellettuali, per richiamare la sapienza del contadino e l’istanza dell’erudito. E’ la Cultura che conferisce dignità a chi lavora la terra e a chi argomenta con la filosofia, perché nella Cultura – aggiunge Bombino – è il progetto di chi sa attendere i frutti o di chi anticipa le scoperte dell’Umanità. Cultura, quindi, non in senso elitario, ma come “sensibilità” di ascoltare e sentire, di raccontare e restituire con la Verità la Bellezza”. Il Presidente del Parco ha ribadito l’importanza del Premio quale “occasione che non possiamo perdere: la politica non è capace di difenderci dalla menzogna, poiché non è “sensibile”, è distante dagli intellettuali e non li ha chiamati a raccolta”, esortando la gente della nostra terra a cercare la propria Dignità: “Alzate una Croce, sollevate un simbolo e le comunità si metteranno in cammino. È questo che stiamo cercando di fare per l’Aspromonte: innalzare un Simbolo di Dignità, attraverso il riconoscimento della Nostra Cultura. Vogliamo essere presenti – ha concluso Giuseppe Bombino– , apparire alla storia e restare nella storia per ciò che siamo veramente. E se molti non l’hanno compreso è perché hanno voluto alterare questo vocabolario, hanno voluto prendere di una storia plurimillenaria solo gli ultimi quarant’anni”.