‘Ndrangheta: attentato Limbadi. Legale vittima: “merita funerali di Stato”

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‘Ndrangheta: attentato Limbadi. Legale vittima: “merita funerali di Stato. Una famiglia mite e sobria massacrata dalla violenza mafiosa”

Chiede funerali di Stato per Matteo Vinci, la vittima dell’attentato di Limbadi, l’avvocato Giuseppe De Pace, legale della famiglia coinvolta nei contrasti con la famiglia Mancuso che sarebbero stati la causa scatenante di quanto e’ accaduto. “Il vile atto stragistico che nel pomeriggio di ieri ha provocato la morte del giovane Matteo Vinci e il ferimento grave del padre Francesco – sostiene l’avvocato De Pace – non e’ solo un fatto di cronaca. E’ un fatto terroristico mafioso. Un attentato alla collettivita’ generale, dal carattere e dalla portata piu’ pesante di quanto non siano state le stragi di mafia degli ultimi decenni. Se nell’immaginario collettivo, l’attacco a esponenti di punta dello Stato si proietta in una dimensione altra e distante, la strage di Limbadi entra nella carne viva, popolare, della collettivita’: perche’ una famiglia mite, sobria, anonima, nella quale oggettivamente tutti ci identifichiamo, e’ stata massacrata dalla violenza mafiosa, che ha voluto scolpire in modo indelebile il messaggio ‘de te fabula narratur (e’ di te che si parla in questa favola)’. Giacche’ di questo si tratta. Una semplice famiglia di modesti lavoratori cercava, aggrappandosi alla giustizia, di difendere i propri pochi beni dalla famelica aggressivita’ mafiosa: una condotta di lesa maesta’ che un ‘quisque de populo’, agli occhi di certi ‘circoli’, non puo’ osare di mettere in atto. Come il modesto imprenditore, Libero Grassi, negli ultimi decenni del ‘900 in Sicilia, Matteo Vinci e’ il resistente del nostro tempo alla protervia mafiosa in Calabria”. “Il Presidente della Repubblica, il Ministro dell’Interno – conclude il legale – devono dare segnali forti contro il potere e il sistema mafioso. A nome della famiglia Vinci, e della Comunita’, chiedo che si celebrino a Limbadi funerali di Stato per Matteo Vinci”.

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