Reggio Calabria, lo Stato si riprende gli spazi rubati dalla ‘Ndrangheta: massiccio rastrellamento delle “vacche sacre”, bovini narcotizzati e catturati. Il Prefetto: “ed è solo l’inizio” [FOTO, VIDEO e DETTAGLI]

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La complessiva attività  di contrasto, come è noto, è scaturita da analisi e approfondimenti in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica

Il fenomeno delle c.d. “vacche sacre”, uno dei fenomeni endemici di questo territorio provinciale, assurto negli anni a emblema delle prevaricazioni esercitate da famiglie di ‘ndrangheta nei territori della Piana e della Locride, sembra abbia finalmente trovato una efficace strategia di contrasto. La prima fase sperimentale, infatti, attuata nel contesto di un complessivo piano di controllo e prevenzione, disposto e coordinato dal Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, ed affidato, per i profili operativi, alla sapiente regia del Questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi, volge alla conclusione, rivelandosi invero efficace.

Le operazioni sono il frutto di una intensa collaborazione istituzionale, che, a partire dal Presidente del Parco Nazionale Aspromonte, Giuseppe Bombino, ha visto a vario titolo impegnati il Procuratore Distrettuale della Repubblica Vicario di Reggio Calabria, Dott. Gaetano Calogero Paci, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, dott. Ottavio Sferlazza, ed ancora i Responsabili provinciali delle Forze di Polizia, il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, il Sindaco della Città Metropolitana e i Sindaci dei Comuni di Cittanova, Ardore, Bova, Delianuova, Molochio, San Giorgio Morgeto, Pazzano, Polistena, Terranova Sappo Minulio e Taurianova, i Responsabili dei Servizi Veterinari dell’Azienda Sanitaria Provinciale, i Dirigenti dell’ANAS Autostrade e Viabilità, il Presidente di Azienda Calabria Verde e, infine, il Presidente del Comitato denominato “No bull”, una organizzazione solidaristica attiva nel settore.

Il bilancio delle operazioni è senz’altro positivo, ha dichiarato il Prefetto Michele di Bari. Le attività di questi giorni si stanno rivelando significative sotto vari profili, in specie dal punto di vista della sicurezza pubblica e della prevenzione e del controllo del territorio. Possiamo affermare che quei simboli di intangibilità tradizionalmente noti come “vacche sacre” siano stati infranti. Quanti nel corso di questi anni hanno perseguito direttamente o indirettamente gli interessi illeciti delle famiglie di ‘ndrangheta, si sono trovati di fronte uno Stato forte e coeso, impegnato nelle sue varie articolazioni, determinato ad aggredire e contrastare tale intollerabile fenomenologia criminale. Gli interventi proseguiranno con maggiore intensità e saranno estesi a tutti i territori a rischio, per come individuati, d’intesa con i Sindaci, nel Tavolo tecnico istituito presso la locale Questura. Il futuro non mancherà di riservarci nel settore ulteriori significativi risultati”.

La complessiva attività  di contrasto, come è noto, è scaturita da analisi e approfondimenti in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, nelle riunioni tenute, per ultimo, il 18 gennaio ed il 6 marzo u.s. in Cittanova, una delle aree maggiormente sensibili, nel corso delle quali sono state delineate le linee di intervento sotto il duplice profilo della sicurezza e dell’ordine pubblico nonché del rischio per l’incolumità pubblica, per l’ igiene e la sanità pubblica, aspetti, entrambi, sui quali la Prefettura ha mantenuto e continuerà a mantenere alta l’attenzione.

Particolarmente attento è stato il confronto tra tutte le componenti istituzionali intervenute. Definita la cornice ordinamentale entro cui disporre i provvedimenti, è stato definito un chiaro, concreto e sostenibile approccio metodologico. Sono state, infatti, sperimentate efficaci tecniche di cattura e narcotizzazione, predisposti stazzi di raccolta degli animali, disposti i previsti protocolli di profilassi e controllo sanitario e, soprattutto, sviluppate competenze in loco, con l’ausilio di esperti esterni, attraverso opportune attività formative. Nell’ambito delle operazioni di questi giorni, peraltro tuttora in corso, i primi bovini, già in congruo numero, sono stati individuati, narcotizzati e trasportati in sicurezza nell’area di sosta realizzata in località Zomaro di Cittanova dal Parco Nazionale Aspromonte. Saranno ora sottoposti ai controlli sanitari di rito a cura dei competenti Uffici veterinari dell’Azienda Sanitaria Provinciale e, quindi, affidati ai Sindaci, i quali, come previsto dall’ordinamento, con propria ordinanza stabiliranno le consequenziali misure a tutela della salute e della pubblica incolumità.

Sotto altri aspetti, in relazione alla connessa problematica di incidentalità, gli enti titolari della viabilità provinciale e nazionale hanno avviato i lavori di messa in sicurezza della rete stradale, frapponendo barriere lungo i luoghi di passaggio. In parallelo al piano operativo saranno sviluppate mirate attività investigative, anche in funzione antifrode, e rafforzati i dispositivi di vigilanza e controllo del territorio, estesi agli allevamenti presenti in zona, per l’eventuale contestazione di violazioni ex art. 672 c.p. per omessa custodia e mal governo di animali. Le operazioni, ricondotte nell’alveo di rigorose procedure di legge, conclusa questa prima fase sperimentale, proseguiranno secondo mirati protocolli di vigilanza e controllo. Il Prefetto, nel ringraziare tutti i soggetti istituzionali che hanno concorso al successo dell’iniziativa, ha nuovamente messo in luce l’incisività dell’azione dello Stato e l’importante ruolo degli Enti locali e territoriali, sottolineando come non vi siano problematiche insolubili quando “si fa squadra” e ci si muove nella stessa direzione all’insegna della legalità, della trasparenza e dell’interesse pubblico.

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