Prigionieri Austro-Ungarici in Calabria: emergono nuovi documenti

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Dalle ricerche di Gianni Aiello sono emersi dei documenti nuovi sui prigionieri Austro-Ungarici detenuti in Calabria

foto conferenzaNuovi ed interessanti documenti, frutto di pazienti ricerche archivistiche, sono il risultato dell’analisi da parte di Gianni Aiello, nel corso del suo intervento a riguardo le vicende relative alla presenza dei prigionieri austro-ungarici in Calabria. Il presidente delle due co-associazioni reggine il Centro studi italo-ungherese “Arpad” ed il Circolo Culturale L’Agorà, nel corso del suo intervento ha descritto la presenza dei soldati austro-ungarici detenuti sul territorio calabrese ed il loro utilizzo per lavori di opere civili, come la manutenzione ordinaria delle strade, e quant’altro veniva stabilito dalle disposizioni ministeriali vigenti del tempo. Mentre altre indicazioni erano rivolte al loro utilizzo anche in lavori agricoli, così come stabilivano i vari punti della Convenzione dell’Aia del 1907 che ne stabilivano l’utilizzo dei prigionieri non graduati sia per lavori pubblici che privati. I documenti ritrovati da Gianni Aiello rivestono una duplice importanza sia per quanto riguarda il tema dei prigionieri di guerra austro-ungarici durante la prima guerra mondiale (1914-1918) sul territorio italiano sia per quanto concerne le nuove “geografie” dei luoghi di detenzione ubicati nella penisola ed estendendo così tali informazioni in altre aree regionali andando così ad arricchire questo spaccato storico del novecento europeo. Sul territorio calabrese si registrano tali presenze in diverse località del catanzarese, cosentino, crotonese, mentre a Reggio Calabria i soldati dell’esercito austro-ungarico erano alloggiati nelle strutture in legno ubicate nell’area del castello aragonese e venivano impiegati, come da disposizioni del periodo, per lavori di opere civili, come la manutenzione ordinaria delle strade, come ad esempio la messa in opera dei muraglioni lungo la Via Possidonea.

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