Calabria, Di Natale: “Occorre cambiare subito il Partito Democratico Calabrese”

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Il Consigliere Provinciale Graziano di Natale si esprime in merito al risultato elettorale del Partito Democratico Calabrese

graziano_di_nataleGraziano di Natale, Consigliere Provinciale, con queste parole esprime la propria opinione riguardo al risultato elettorale del Pd Calabrese: “Il risultato elettorale del Pd Calabrese è frutto di una gestione politica chiusa fatta da pochi senza nessun coinvolgimento della base della nostra comunità. Nonostante questo non ho intenzione di iscrivermi al gruppo di chi vuole trarre profitto dalla situazione. Da mesi sostengo che il Partito Democratico, alle nostre latitudini, abbia la necessità di rinnovarsi. Matteo Renzi nei giorni scorsi, durante la sua ultima conferenza stampa, parlava appunto dell’opportunità di evitare la politica dei caminetti. Credo che il gruppo dirigente Calabrese, dopo il risultato elettorale conseguito, frutto di scelte politiche localistiche discutibili, debba avere la maturità di capire che è arrivato il momento di cedere il passo, di sciogliere le righe, di rompere con gli apparati e di dare spazio a quanti vogliono impegnarsi nella ricostruzione di una forza politica che rappresenta per molti un punto di riferimento certo e imprescindibile”. prosegue Di  Natale -“In Calabria “il caminetto”ha deciso da solo le sorti di una intera comunità ed e’ giusto che oggi chi ha giocato la partita si assuma la responsabilità del risultato ma soprattutto capisca che non può pretendere di continuare a giocare titolare. Bisogna cambiare! Su questa strada, del rinnovamento, voglio concentrare gli sforzi del mio impegno politico. Può darsi che non siamo responsabili per la situazione in cui ci troviamo, ma lo diventeremo se non faremo nulla per cambiare. La sfida è quella di essere protagonisti del cambiamento coinvolgendo quanti fino ad oggi sono rimasti ai margini. Don Lorenzo Milani affermava “a che serve avere le mani pulite se te le tieni in tasca. Bisogna usarle le mani”. Ecco iniziamo a usarle le mani ma soprattutto a sfruttare le intelligenze dei nostri giovani.”

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