Elezioni Messina, la carica dei candidati a sindaco e l’autogol dei grillini: si stringe il cerchio sulla rosa dei papabili

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Elezioni a Messina, meno di tre mesi alle amministrative: quasi certo, se non addirittura scontato, che le forze in campo non riusciranno a raggiungere il 40% delle preferenze

Meno di tre mesi alle prossime elezioni amministrative a Messina e pian piano si stringe il cerchio sulla rosa dei candidati. Quasi certo, se non addirittura scontato, che le forze in campo non riusciranno a raggiungere il 40% delle preferenze previsto dalla legge elettorale, vista la grande frammentazione che si prospetta. Al momento, salvo possibili colpi di scena, il centrodestra corre a Palazzo Zanca con due candidati ufficiali: il neurologo di fama internazionale Bramanti e il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale Pippo Trischitta, che lo scorso sabato ha ufficializzato la sua candidatura, confermando quanto aveva raccontato ai nostri microfoni in tempi non sospetti.

E se dal centrosinistra tutto tace sulla nome dell’aspirante sindaco, il trombato per eccellenza alle ultime due consultazioni elettorali Picciolo medita sul da farsi con il Pd.  Non è escluso che in vista delle amministrative, Sicilia Futura cerchi un accordo con Musumeci e viri a destra, nonostante   l’ultimo appello fatto al Pd, in cui è proprio Picciolo a chiedere  “che si tenti ogni sforzo per riunire l’area di centro guardando più ai programmi che agli organigrammi, puntando solo dopo su uomini necessariamente capaci e competenti” e si dichiara disponibile a “superare antichi steccati che fino ad oggi anno creato diaframmi incomprensibili e dannosi”. 

Un discorso a parte merita il fenomeno cinquestelle a Messina e la candidatura di Gaetano Sciacca. Una scelta, ancora non confermata ufficialmente, con cui il movimento contraddice totalmente lo spirito cinquestelle, un clamoroso autogol,  vista la “non verginità politica” dell’ingegnere. In realtà, anche per quel che riguarda la formazione delle liste di circoscrizione, il movimento di Messina sembra abbia dimenticato le più elementari regole impartite anni or sono dai padri fondatori: non è certamente un mistero che, in barba ai tanti anni di battaglia in cui i grillini ostentavo con orgoglio il rigore e la trasparenza, oggi la scelta delle candidature alla circoscrizione si faccia quasi “in amicizia e sulla fiducia”, salvo poi fare appello alla Piattaforma Rousseau. I cinquestelle correranno con sei liste alla circoscrizione,  una per il consiglio comunale e un candidato sindaco e il Movimento vista la maggioranza bulgara delle scorse elezioni politiche, adesso punta a confermare la sua forza anche alle amministrative, obiettivo: dimenticare la pessima figura di cinque anni fa alle Comunali, sebbene trascuri il fatto di  non essere per niente  radicato in città.

Un peso non trascurabile sull’esito del voto è quello di Accorinti, che si prepara alla corsa a Palazzo Zanca con tre liste in suo sostegno. Corre solo e contro ogni consorteria l’onorevole di Sicilia Vera Cateno De Luca, in campagna elettorale già dalla scorsa estate, mentre ormai sembra sfumare la candidatura di Giovanni Ardizzone. Corre da solo anche il consigliere Zuccarello, che si è detto però disposto a fare un passo indietro in favore di un candido sindaco che condivida le linee programmatiche di Missione Messina.

Se il Centro/Destra aspira ad un improbabile colpaccio o quanto meno al ballottaggio, dovrà cercare  di raggruppare tutte le anime scese in campo finora e che, per quanto alcune candidature come quella del centrosinistra dipendano ancora dagli equilibri in fase di definizione a Roma, un dato non affatto trascurabile è che il voto degli elettori a Messina, per una questione quasi fisiologica, si giocherà più sull’autorevolezza dei nomi  che sui programmi e simboli dei partiti.

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