Elezioni, il Costituzionalista: “non si può fare governo contro Di Maio ma neanche governo con Di Maio”

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Elezioni, parla Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Luigi Einaudi, avvocato, gia’ docente di Diritto Costituzionale nonche’ membro della direzione nazionale e dell’esecutivo del PLI

di maio movimento 5 stelle“Se il Governo si fa senza Di Maio non e’ un colpo di Stato, non e’ stato cosi’ quando si e’ fatto il governo senza Berlusconi e non lo sara’ adesso”. E’ l’opinione di Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Luigi Einaudi, avvocato, gia’ docente di Diritto Costituzionale nonche’ membro della direzione nazionale e dell’esecutivo del PLI, che oggi a Pescara interviene alla presentazione del libro di Davide Giacalone “RiCostituente: La potenza commerciale e l’impotenza istituzionale”. “I governi secondo la Costituzione si formano nel Parlamento, se le maggioranze non ci sono non si puo’ fare il governo. In questo momento non si puo’ fare ne’ con Di Maio ne’ contro Di Maio, non mi pare ci siano le condizioni – dichiara Benedetto all’ANSA – Se non si andra’ a un governo del presidente, a un governo che provveda a fare una legge elettorale non dico eccellente, ma meno peggio dell’attuale, non si fa nulla. Se si vuole, la legge elettorale si fa in una settimana”. “Quelle del 4 marzo sono state le ultime elezioni della Seconda Repubblica, non l’inizio della Terza – osserva il presidente della Fondazione Einaudi – Di Maio farebbe bene a leggere libri di storia”. “La gente pensa che nel 1992 i vecchi partiti siano stati spazzati via dall’elettorato, invece poi fu Tangentopoli; dopo sei mesi, un anno, non c’era piu’ nulla, tanto che nel 1994 si appaleso’ Berlusconi”. “Ora, quando si rivotera’, e quando non lo so io e nessuno lo sa – prosegue Benedetto – allora probabilmente ci saranno forze di quell’area laica liberale che manca da un quarto di secolo. E’ verosimile che i soggetti che hanno marchiato pesantemente l’era berlusconiana degli ultimi 25 anni siano tramontati con queste elezioni”. Benedetto parla anche di Europa: “Io sono europeista perche’ ci conviene stare in Europa. Quando vedo i nostri giovani penso che e’ follia pensare si possa tornare indietro, e molti giovani lo hanno capito. Con l’autorevolezza della Fondazione Einaudi ci prepariamo a dire ai tanti giovani, con la nostra scuola di liberalismo, di puntare sulle eccellenze, su quanto di positivo abbiamo. E noi possiamo fornire l’attrezzatura per farlo”.

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