La ricerca reumatologica in Calabria: un obiettivo possibile

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Grazie all’iniziativa di un gruppo di medici calabresi, è nata l’Associazione Calabrese per la Ricerca in Reumatologia

In pochi campi della medicina quanto nella reumatologia, negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha prodotto risultati talmente rilevanti da consentire da un lato una migliore comprensione dei meccanismi di malattia, dall’altro la possibilità di sviluppare nuovi farmaci sempre più efficaci.

Su queste basi, grazie all’iniziativa di un gruppo di medici calabresi, è nata l’Associazione Calabrese per la Ricerca in Reumatologia, un’associazione no-profit finalizzata a promuovere il coordinamento della ricerca scientifica spontanea in Calabria e una maggiore partecipazione dei centri calabresi a progetti di ricerca nazionali ed internazionali.

Tra i soci fondatori il Dr. Maurizio Caminiti e la Dr.ssa Giusy Pagano Mariano, rispettivamente responsabile e dirigente medico presso la UOSD di Reumatologia – Grande Ospedale Metropolitano Reggio Calabria, il Dr. Francesco Ursini, assegnista di ricerca in Reumatologia presso l’Università di Catanzaro “Magna Graecia”, il Dr. Giuseppe Varcasia, Responsabile UOSD Reumatologia – Spoke Castrovillari ASP Cosenza, il Dr. Pietro Gigliotti, Specialista Ambulatoriale in Reumatologia ASP Cosenza, la Dr.ssa Roberta Pellegrini, Dirigente Medico Reumatologo – AO Annunziata di Cosenza e il Dr. Domenico Olivo, Dirigente Medico ambulatorio di Reumatologia – ASP Crotone.

Le malattie reumatiche – afferma Maurizio Caminiti, Vicepresidente dell’associazione – rappresentano un gruppo complesso ed eterogeneo di patologie che complessivamente colpiscono fino al 20% della popolazione, potendosi stimare quindi quasi 400.000 casi nella sola Regione Calabria.

L’aspetto più importante è che queste malattie non sono solo causa di dolore muscoloscheletrico cronico, ma possono comportare un notevole grado di invalidità e gravi ripercussioni sulla salute complessiva del paziente potendo, alcune di esse, coinvolgere anche gli organi interni e condizionare un’aumentata mortalità cardiovascolare. Se pensiamo che le forme più gravi, come le connettiviti o le artriti, esordiscono spesso in giovane età, è ancora più intuibile quanto queste malattie incidano significativamente sulla salute della popolazione e sulla spesa sanitaria.

Negli ultimi anni, grazie alla ricerca scientifica, sono stati fatti passi da gigante che hanno permesso, in alcuni casi, di modificare il decorso della malattia. Pensiamo ai farmaci biologici che hanno completamente rivoluzionato la gestione dei pazienti con artrite reumatoide e spondiloartriti.

Tuttavia – conclude Caminiti – molto deve essere ancora fatto, soprattutto su alcuni temi. E’ per questo che abbiamo deciso di fondare un’associazione che permetta di coagulare le energie presenti nella nostra Regione non soltanto da un punto di vista assistenziale – relativamente al quale è stata recentemente istituita una rete reumatologica regionale, seppure con grosse criticità nella distribuzione dei centri sul territorio che dovrà necessariamente essere perfezionata – ma soprattutto nell’ambito scientifico, offrendo così una visibilità nazionale ed internazionale alla sanità della nostra Regione ed ai pazienti calabresi la possibilità di partecipare a studi clinici accedendo a farmaci innovativi, non ancora commercializzati.

Sebbene appena nata, l’associazione può vantare già numerosi progetti di ricerca in cantiere, di cui 2 già ammessi al finanziamento sulla base di bandi competitivi, rispettivamente riguardanti la predizione della risposta alla terapia con tofacitinib nell’artrite reumatoide e lo sviluppo di un potenziale approccio terapeutico innovativo nella sclerosi sistemica. Altri progetti riguarderanno l’artrite psoriasica, la malattia di Sjogren e la fibromialgia.

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