La fobia del fascismo e il sinistro buonismo per i compagni violenti: chiamiamo le cose con il loro nome, questa è “violenza comunista d.o.c.”

StrettoWeb

Elezioni, clima da anni di piombo in Italia: escalation di violenza in tutto il Paese tra bande di estrema destra e di estrema sinistra, ma il mondo degli intellettuali radical chic continua a mascherare la violenza comunista con una vera e propria aberrazione culturale

aggressione comunistaCresce la tensione in vista delle elezioni politiche del 4 marzo: bande di estremisti continuano a dar vita ad episodi di violenza che alimentano il dibattito e la discussione politica suscitando reazioni contrastanti. E ripugnanti. Già, perché nelle ultime settimane e negli ultimi mesi ne abbiamo sentite di tutti i colori – anche dalle massime istituzioni dello Stato – contro un’improbabile recrudescenza fascista che metterebbe a rischio la tenuta democratica del Paese. Una vera e propria fobia del fascismo, assolutamente immotivata e irrazionale almeno quanto quella nei confronti degli immigrati. Addirittura Salvini viene etichettato come un neo-fascista, dimenticando che il suo partito governa da decenni le principali Regioni d’Italia e ha governato per molti anni anche il Paese con incarichi di assoluta autorevolezza (addirittura il Ministero dell’Interno), rappresentando in ogni modo la democrazia, vincendo e perdendo elezioni sempre in modo democratico senza ricorrere a squadrismo o olio di ricino. Una democrazia, la nostra, che grazie a Dio (e soprattutto ai sacrifici di intere generazioni) è forte, solida e matura.

salvini brOvviamente non bisogna mai dimenticare la storia o abbassare la guardia nei confronti del rischio di derive autoritarie; ma non bisogna neanche confondere le cose, e determinati rischi anti democratici non sono certamente rintracciabili nelle figure di personaggi come Salvini, semplicemente figlio di questi tempi, molto più simile ai grillini che al fascismo. E’ il frutto della stessa espressione culturale (quanto mai democratica, anzi emblema della democrazia in quanto spinta dal basso e determinata dalle masse popolari) che ha portato la Gran Bretagna a votare per la Brexit e gli Stati Uniti d’America ad eleggere come loro Presidente Donald Trump. Tecnicamente si chiama populismo, e se quello di Trump e Salvini è un populismo di destra, allo stesso modo quello dei grillini è un populismo di sinistra, non troppo lontano dall’esperienza spagnola di Zapatero o da quella greca di Tsipras dove il populismo di sinistra è arrivato al governo in tempi non sospetti e senza destare tutto questo scandalo nelle élite intellettuali internazionali. Per quanto il populismo possa rappresentare una deriva della democrazia, rientra comunque all’interno dell’esperienza democratica di un Paese e non può certo essere paragonato alle dittature ne’ tanto meno al fascismo. Soprattutto nel caso di Salvini, che politicamente è distante anni luce dai populismi di successo nel mondo (appunto Trump, Tsipras, Zapatero…) perchè è un semplice alleato di minoranza di una coalizione in cui il partito maggioritario è certamente più moderato.

Questo perché dobbiamo chiamare le cose con il loro nome. A destra abbiamo il populista Salvini, la radicale Meloni, il moderato e liberale Berlusconi. A sinistra abbiamo il moderato e socialdemocratico Renzi, il radicale Grasso, i populisti grillini.

Poi ci sono le follie più estreme, che paradossalmente tentano di rosicchiare spazio anche all’interno della democrazia. Sono le follie delle più note Forza Nuova e Casapound, ma anche dall’altro lato (cioè a sinistra) di Potere al Popolo e altre forze “antagoniste” (non si capisce rispetto a cosa), “anarchiche“, figlie dei centri sociali, tutte col simbolo falce e martello. Tutte comuniste.

FoibeE la violenta aggressione di ieri sera a Palermo è una “violenza comunista d.o.c.“. Proprio perché le cose dobbiamo chiamarle con il loro nome. E non è così scontato e banale come potrebbe sembrare. Hanno tirato fuori il termine “fascisti di sinistra“. Ma quelli non sono fascisti di sinistra, sono comunisti. E non è una novità, è il loro Dna. Non esistono fascisti di sinistra, esistono i comunisti. Quelli che hanno massacrato 11.000 persone per eliminare l’etnia italiana da Dalmazia e Friuli Venezia Giulia nel nome del comunismo titino, quelli delle frange più estreme dei partigiani che si macchiarono di terribili atrocità nelle Regioni del Centro/Nord, infine quelli delle Brigate Rosse.

claudio_favaSempre da Palermo, Claudio Fava commentando l’aggressione comunista al dirigente di Forza Nuova parla di “atto fascista“. Su facebook ha scritto un post d-e-l-i-r-a-n-t-e in cui afferma che persino i brigatisti erano in realtà dei fascisti (!!!), concludendo il post con un raccapricciante “Che poi la loro “missione” sia partita da un centro sociale e non da Predappio conta il resto di zero“. Eh no, conta eccome da dove siano partiti. Perché i fascisti sono fascisti, i comunisti sono comunisti. E anche i comunisti, esattamente come i fascisti, si sono sempre comportati così nel nome di un’ideologia fondamentalista che ha sempre sfociato nella violenza e nel terrore (oltre che nella povertà e nell’arretratezza).

La violenza di Palermo è comunista doc. Così come il tentativo di strage di Luca Traini a Macerata è stata una violenza nazi-fascista e razziale. Nessuno, in questo Paese dalle verità apparenti, in quei giorni s’è neanche lontanamente potuto immaginare di parlare di “comunisti di destra“. 

Condividi