Emergenza acqua in Sicilia, De Luca: “Amam esempio di inefficienza. Regione intervenga per tagliare strutture che favoriscono lobby”

StrettoWeb

Il parlamentare di Sicilia Vera punta il dito contro Amam: “Come è possibile che a Messina entrino 1.000 litri al secondo quando il fabbisogno è di 600?”

“Non vorrei che chi si occupa dell’emergenza idrica all’interno degli uffici regionali lo faccia senza alcuna cognizione di causa. L’impressione che si ha, guardando a fatti scandalosi che avvengono per esempio quando per una autorizzazione all’esplorazione servono 4 anni, è che gli uffici si muovano unicamente con un approccio burocratico, senza sapere sostanzialmente di cosa parlano.” Lo ha affermato Cateno De Luca intervenendo in Aula all’ARS durante il dibattito sull’emergenza idrica. Il parlamentare di Sicilia Vera ha poi citato, due esempio per lui eclatanti della cattiva gestione dell’acqua: quello dei comuni montani costretti a buttare l’acqua quando a valle vi sono altre comunità che ne abbisognano e quello della città di Messina e dell’azienda AMAM. “Come è possibile – ha detto De Luca – che l’acqua che rifornisce la città dello Stretto arrivi da ben 70km di distanza, da Fiumefreddo e dall’Alcantara, pagando 6 milioni di energia elettrica e 4 milioni per altre spese di vigilanza e manutenzione degli impianti? Come è possibile che in città entrano 1.000 litri al secondo quando il fabbisogno è di 600? E come è possibile che l’AMAM abbia 80.000 utenze che servono 95.000 famiglie residenti?” “La regione – ha concluso De Luca – deve sburocratizzare e favorire la collaborazione fra i comuni e deve intervenire in modo efficace per tagliare quelle strutture che favoriscono una gestione clientelare e lobbystica delle risorse idriche.”

Condividi