Messina verso le elezioni, Gioveni ai microfoni di StrettoWeb: “Dopo 5 anni di Accorinti la città ha bisogno di un sindaco che non si faccia comandare dai dirigenti” [INTERVISTA]

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Messina verso le elezioni di giugno, il consigliere Libero Gioveni ai microfoni di StrettoWeb: “In questi cinque anni Accorinti ha assecondato le sue manie di protagonismo, il mio giudizio sul suo mandato è pessimo”

LaPresse/Carmelo Imbesi
LaPresse/Carmelo Imbesi

Sei mesi dalle elezioni, quattro candidati (salvo ripensamenti) e un importanti novità sul sistema di voto: così Messina si avvia verso le amministrative. Con il consigliere comunale Libero Gioveni abbiamo fatto il punto su questi cinque anni di Amministrazione Accorinti e sui possibili esiti del voto di giugno. Di seguito l’intervista rilasciata dal consigliere ai microfoni di StrettoWeb:

Cinque anni di Amministrazione Accorinti: cosa lascia di buono il  sindaco a questa città?

Per onestà sono costretto ad ammettere che questi cinque anni di Accorinti  sono stati pessimi, l’unico successo di questa amministrazione è stato il miglioramento del servizio trasporti pubblici. L’Atm ha fatto un salto di qualità, sono gli arrivati decine e decine di autobus, sebbene sappiamo tutti che su ciò hanno influito anche i passati finanziamenti. Ad ogni modo, rispetto a cinque anni fa abbiamo assistito ad una rivoluzione dei trasporti,  i cittadini dei villaggi collinari non sono più isolati come un tempo. Il servizio è decollato e continuerà a migliorare visto che arriveranno altri autobus”.

gioveni-accorinti“Un aspetto non secondario è che ciò comporterà anche nuove assunzioni di autisti, che andranno a sostituire quelli pronti ad andare in pensione. Riguardo al resto, resto scontento dell’operato dell’Amministrazione Accorinti, in primis per ciò che attiene al risanamento. Il risanamento ha fatto acqua da tutte le parti: la politica scelta dall’Amministrazione è andata contro le indicazioni espresse in Consiglio Comunale, cioè perseguire l’obiettivo della costruzione di alloggi e non dell’acquisto di immobili.  A conti fatti questa scelta  non gli ha dato ragione: quando sono stati acquistati i famosi 39 alloggi, siamo andati incontro a svariati disguidi amministrativi, con conseguenti penalizzazioni per gli aventi diritto. Collaborare con lo Iacp per la costruzione di nuovi alloggi era la scelta migliore da fare. Se l’Amministrazione avesse seguito l’indirizzo da noi suggerito, cioè la costruzione di alloggi, oggi avremmo potuto assistere anche a risvolti di tipo  occupazionale, a beneficio e vantaggio del settore dell’edilizia,  al momento paralizzato. Oltre al risanamento, un’altra occasione mancata di questa Amministrazione riguarda i servizi sociali: in questo settore, la rivoluzione tanto decantata da Accorinti non c’è proprio stata. Sono sempre stato a favore della gestione diretta dei servizi.  Senza nulla togliere ad esempi virtuosi che operano in città, le vicende passate ci hanno insegnato che le cooperative spesso vengono utilizzate come serbatoio di voti.  La gestione diretta, cioè l’internalizzazione dei servizi, era una prerogativa  di questa Amministrazione: dopo cinque anni però non abbiamo assistito ad alcuna inversione di rotta in tal senso“.

Inesperienza- incapacità del primo cittadino: queste “variabili” secondo lei quanto hanno influito sulla condotta di Accorinti e nel portare a casa i risultati per la città?

LaPresse/Carmelo Imbesi
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“Più che incapacità direi che parte di Accorinti in questi cinque anni non c’è stata una vera volontà politica di portare a casa i risultati. Le faccio un esempio: a inizio legislatura l’amministrazione prometteva il famoso multiservizi, in cui inglobare tutte le società partecipate e la gestione dei servizi sociali, ricordo ancora le parole in aula dell’assessore Signorino. La Messina Multiservizi di fatto è andata a farsi strabenedire, non se ne è parlato più. Non so se in merito ci siano state difficoltà di carattere normativo, ma la dice lunga il fatto che noi consiglieri  ne siamo tuttora rimasti all’oscuro. Va ammesso che non tutto il Consiglio comunale era d’accordo con l’idea del sindaco, ma personalmente ritengo che una sorta di consorzio comunale dei servizi sociali, avrebbe fatto la differenza. Credo che ai fini del risparmio economico i risultati sarebbero stati evidenti, sappiamo tutti quanto onerosi siano i bandi dei servizi sociali. Accorinti ha tradito i suoi elettori, la gente si aspettava di più. Ma ritengo che i cittadini siano stati abbagliati dalla sua immagine: cinque anni sembrava  un rivoluzionario, era ed è pur sempre un uomo con alle spalle quarant’anni di lotte nel sociale.  Mi viene da pensare a quando salì sul pilone, gesti plateali come questi  hanno indotto la gente che una volta sindaco avrebbe fatto la rivoluzione in città, quindi a riporre grandi aspettative nei suoi confronti“.

Qual è il sindaco di cui ha bisogno Messina?

Sarò duro. Dicendo quello che sto per dire forse farò saltare qualcuno dalla sedia: Messina ha bisogno di un sindaco che non si faccia comandare dai dirigenti. Sono dell’idea che il sindaco debba esprimere con fermezza gli indirizzi da imprimere alla sua politica, senza arrendersi agli ostacoli che la burocrazia gli frappone. Non dico che i dirigenti debbano rinunciare ai ruoli di responsabilità che rivestono, però dico che l’indirizzo politico lo debba dare l’Amministrazione“.

In questi cinque anni Accorinti si è fatto conoscere anche oltre lo Stretto, con varie ospitate nelle tv nazionali. Secondo lei, piuttosto che ripensare ad un secondo mandato a Palazzo Zanca,  avrebbe potuto ambire ad una  poltrona di più alto prestigio, magari a Roma o a Palermo?

accorinti 4 novembreQuesta è una voce che circola e rispetto alla quale è difficile pronunciarsi. Penso che in questi cinque anni Accorinti abbia assecondato le sue manie di protagonismo, non risparmiandosi davanti ai riflettori delle tv nazionali. Certamente ci sono situazioni che non posso essere stigmatizzate, ricordo per esempio quando non lo fecero entrare all’Ars per via dei vestiti che indossava. In quella circostanza la scelta di non indossare la cravatta ha precluso alla nostra città di partecipare ad un momento importante nell’ambito della politica siciliana”.

Parliamo di elezioni, non è certo un mistero che lei scenderà in campo alle prossime elezioni per un secondo mandato da consigliere e che ormai  sia sempre più vicino ad un ritorno al PD:

Mi riproporrò al Consiglio Comunale perché molta gente mi chiede veramente di ripresentarmi, mi identifica come un punto di riferimento all’interno di Palazzo Zanca. Credo che l’impegno e la disponibilità che ho messo in questi anni al servizio dei cittadini siano innegabili.  A breve ufficializzerò il mio passaggio al Partito Democratico. Per me si tratta di un ritorno, lasciai il partito nel 2010, per divergenze di vedute con l’onorevole Genovese. L’onorevole De Domenico mi ha chiesto il sostegno al partito, abbiamo discusso con insieme sulle candidature, ma al momento siamo alla ricerca di un nome per la candidatura a sindaco della città”.

A sei mesi dalle elezioni, salvo probabili ripensamenti da parte degli aspiranti candidati, la direzione sembra quella delle candidature multiple. Al momento abbiamo infatti quattro potenziali candidati, cosa pensa al riguardo?

palazzo zanca“La scelta di Ardizzone non riesco a definirla.  È stato sempre un uomo di partito, ritengo che potrebbe essere un possibile candidato per il centrosinistra, ma è chiaro che occorre il sostegno anche delle altre forze politiche. Se invece, come mi pare di aver capito, Ardizzone ha deciso di correre da solo con liste civiche, sarà un candidato in più e che certamente penalizzerà il centrosinistra. Devo dire però che anche il centro destra al momento non è messo bene. A mio avviso il trionfo del centro destra alle regionali non implica che possa ripetersi lo stesso per le amministrative: prima di tutto per la frammentazione del voto che potrebbe profilarsi con queste candidature multiple. Al momento non si può non tener conto che il capogruppo di Forza Italia continui a ribadire di voler andare da solo alle elezioni. Né si può ignorare che su De Luca convergeranno i voti del centro destra. La percezione è che a giugno il voto sarà molto frammentato e seppur la legge regionale ha abbassato la soglia del ballottaggio (dal 50 al 40%, ndr), io do quasi per certo che il prossimo sindaco sarà eletto col ballottaggio. Per quel che riguarda Accorinti, ritengo che stavolta molti messinesi non lo rivoteranno; il sindaco raccoglierà al massimo i voti dell’estrema sinistra. E semmai dovesse essere rieletto credo per Messina non ci sarà un nuovo Accorinti: lo dico considerando il ritorno del voto con effetto trascinamento. Ogni voto che andrà al candidato consigliere andrà direttamente al sindaco e sicuramente  le liste avranno il loro peso“.

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