La difesa della razza, l’ultimo parto della campagna elettorale

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Il Centro Destra ha cercato di arrampicarsi sugli specchi giustificando la frase come un lapsus o un maldestro errore di inesperienza

Attilio Fontana Matteo Salvinidi Kyrieleison – Attilio Fontana, il leghista  probabile candidato del  Centro Destra alla  presidenza della regione Lombardia, ha candidamente affermato che si deve difendere la razza bianca perché,  a causa dell’immigrazione,  essa sarebbe a rischio di estinzione. Il Centro Destra ha cercato  di arrampicarsi sugli specchi giustificando la frase come un lapsus o un maldestro errore di inesperienza.

A mio parere,  quella disgraziata affermazione non  può essere ridotta ad  una semplice  gaffe da “striscia la notizia” né,  ancor peggio, si può fare finta di niente, con l’alibi che tanto,  in campagna elettorale,  si dicono tante bestialità da una parte e dall’altra.

E ciò perché in passato teorie del genere, partorite  dagli ideologi del regime fascista per non essere da meno ai criminali nazisti, dopo che iniziarono a diffondersi  nell’indifferenza generale portarono,  con la complicità della Monarchia, alla promulgazione delle reggi razziali, che ancor oggi, se pur lontane e abrogate,   rappresentano una vergogna per l’Italia. Quelle leggi si intitolavano appunto “per le difesa  della  razza”.

Pertanto  chi ha la pretesa di governare l’Italia e di definirsi rappresentante dei moderati, o prende la distanza  in termini chiari e definitivi da certi soggetti e dalle ideologie che professano, o  prenda atto senza ipocrisie che intende rappresentare invece la parte più reazionaria della Società.

Una volta tanto mi associo a Di Maio che, commentando la frase del leghista,  ha detto: se Fontana è moderato, allora io sono Gandhi.

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