Reggio Calabria: successo di pubblico per Festival Miti Contemporanei

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In attesa dei prossimi appuntamenti, successo di pubblico per Festival Miti Contemporanei a Reggio Calabria

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato
Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

In attesa del suo ritorno con gli appuntamenti del 2018, il Festival Miti Contemporanei ha lasciato negli spettatori tante suggestioni che hanno preso forma dentro un programma davvero intenso. Il fil rouge della “Persuasione”, infatti,  si è prestato sia a riflessioni intense, grazie a una lezione-incontro nei locali del Liceo Volta tenuta da Paolo Bignamini, ma anche a curiosità compiute tramite il cammino tracciato al Museo Archeologico di Rosarno dalla Professoressa Paola Radice Colace, Ordinario di Filologia Classica dell’Università di Messina. Tuttavia è stato ancora una volta il teatro a elaborare l’argomento e tutte le sue sfumature, rielaborandolo in chiave sia classica che contemporanea in una simbiosi  unica e originale che soltanto il festival, giunto alla sua VI edizione, riesce a generare. La prima parte, conclusa con un grande successo di presenze e di critica, ha proposto al Castello Ruffo di Scilla lo spettacolo in Prima regionale “Il Maestro e Margherita-Voland” con la regia di Paolo Bignamini e prodotto da Scena Aperta Legnano che, partendo dal capolavoro di Bulgakov, lo ha condito di sapienti tratti brechtiani, dove l’arrivo di Satana-Voland rispecchia in maniera considerevole vizi e cedimenti propri del nostro tempo. Anche la Prima Nazionale “Trance” in scena allo Zanotti Bianco, drammaturgia e regia di Filippo Gessi, produzione Scena Nuda, ha tracciato un percorso dove la persuasione diventa arma ed espediente narrativo,  capace di scavalcare l’incomunicabilità e derivare in ferocia. “Il volo di Michelangelo”, sempre allo  Zanotti Bianco, si è snodato come una narrazione a tratti ironica per voce e violoncello, un volo teatrale per raccontare la vita del genio tra le fatiche artistiche e gli eccessi della sua personalità. È stato il Castello Aragonese di Reggio Calabria a ospitare lo Spettacolo performance in Primo studio“L’inferno del non ritorno” che ha visto la regia di Matteo Tarasco, con Teresa Timpano – produzione Scena Nuda – in cui una Penelope onirica e coinvolgente narra ciò che solo la sua voce e i suoi occhi potrebbero fare, in un’ossessione amorosa fatta di carne e anima.  Il Progetto: “Ecuba n° 50: la persuasione – But if our room is dark at night”, invece, ha proposto Danila Gambettola, vincitrice del bando nazionale Miti Contemporanei 2017 per compagnie di danza o singoli artisti italiani ed Europei, con un teatro-danza fresco e originale, supportato da elementi scenici  che diventano essi stessi parte integrante dello spettacolo. Infine, nel Palazzo storico Miramare di Reggio Calabria, in Prima nazionale è andato in scena “Filius”, drammaturgia e regia Saverio Tavano  Progetto PEITÓ–Identità Culturale regionale, selezionato attraverso il bando nazionale Miti Contemporanei 2017 per compagnie o singoli artisti Calabresi. Un dramma a tre voci che parte da un episodio realmente accaduto e che riesce a far scivolare gli spettatori dentro la piega di un punto di vista tanto scomodo quanto coinvolgente. Un percorso, quello del festival, che si è avvalso anche di una visita guidata che ha rafforzato il legame col Mito, grazie a un viaggio raccontato nell’Ipogeo di Piazza Italia a Reggio Calabria; ma anche di una fitta rete di collaborazioni virtuose tra associazioni grazie al sottoprogetto “Altri luoghi”.  L’appuntamento con il ritorno del Festival Miti Contemporanei, quindi,  è fissato a febbraio, per altri nuovi spettacoli di un teatro unico che riesce a fondere il Contemporaneo e il Mito con potenza e incanto.

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