Reggio Calabria: alla Sala di San Giorgio al Corso un incontro sul Centenario della Rivoluzione Russa

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A Reggio Calabria un incontro sul Centenario della Rivoluzione Russa

San Giorgio al CorsoPromosso dall’Associazione Culturale Anassilaos si terrà martedì 7 novembre alle ore 17,30 presso la Sala di San Giorgio al Corso un incontro sul Centenario della Rivoluzione Russa con l’intervento del Prof. Antonino Romeo. Quando il 25 ottobre 1917 (7 novembre secondo il nostro calendario) i bolscevichi russi di Lenin e Trockij presero il potere in una Pietrogrado non troppo partecipe, certo non immaginavano che quell’evento avrebbe rappresentato un’autentica cesura nella storia del mondo contemporaneo. Dopo l’Ottobre ed in conseguenza di esso, i diseredati e gli esclusi di ogni Paese si convinsero che anche per loro si era aperta una concreta via di riscatto e che la scalata al cielo era diventata possibile; i popoli prima ai margini della storia cominciarono a rivendicare un ruolo diverso e, soprattutto, milioni di uomini e di donne si sentirono coinvolti nel destino di quella rivoluzione, per sostenerla o avversarla,, e sempre in modo totale, a volte viscerale e fideistico, anche a prescindere dall’evidenza; intanto partiti e movimenti politici e culturali erano costretti a ripensare le loro strategie e le loro scelte tattiche, misurandosi appunto con la novità russa. A distanza di cento anni da quell’evento, quando le vicende della storia hanno impietosamente spazzato via quelle generose speranze e l’esperienza sovietica si è ormai conclusa da ventisei anni, ci accorgiamo tutti che parliamo di quella rivoluzione non come di una qualsiasi pagina della storia passata, ma con un coinvolgimento emotivo reale perché il comunismo è fallito, ma “guasto è il mondo” e ” i popoli della fame interpellano oggi drammaticamente i popoli dell’opulenza “. Se il sogno di cento anni fa si è trasformato in un incubo, e non poteva che essere così viste le premesse da cui quei rivoluzionari partivano, è pur vero che è inalterato il bisogno di dignità e di giustizia per milioni di uomini e di donne di tutti i continenti. Parlare di quell’Ottobre vuol dire, dunque, interpellare anche le nostre intelligenze per sapere se ci siamo rassegnati alla “fine della storia”  o se pensiamo ancora che sia possibile e doveroso impegnarsi per costruire un mondo diverso.

 

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