Reggio Calabria, Palazzo della Cultura senza controllo. Le incredibili esternazioni di Quartuccio: “può succedere di tutto”

StrettoWeb

Reggio Calabria, Palazzo della Cultura senza controllo: quadri preziosissimi potrebbero essere rubati o danneggiati: ecco le parole del consigliere Quartuccio

Foto StrettoWeb / Simone Pizzi
Foto StrettoWeb / Simone Pizzi

Nella giornata di Venerdì su StrettoWeb abbiamo pubblicato un video per segnalare l’assenza del dovuto controllo al Palazzo della Cultura di Reggio Calabria, che custodisce straordinarie opere artistiche sequestrate alla criminalità e restituite a turisti e città. Nel video, in modo molto delicato e pacato, abbiamo semplicemente posto l’attenzione su un argomento molto importante, mettendo in evidenza l’eccezionale valore delle opere d’arte del Palazzo della Cultura e, proprio per questo, sottolineando l’esigenza di maggior controllo rispetto allo stato dei fatti.

Il nostro reporter si è introdotto indisturbato nelle sale con i quadri, dimostrando che un malintenzionato potrebbe fare altrettanto. Nelle scorse ore abbiamo ricevuto ulteriori testimonianze in tal senso, a conferma della correttezza della segnalazione.

Foto StrettoWeb / Simone Pizzi
Foto StrettoWeb / Simone Pizzi

Compito dei giornalisti, infatti, è proprio quello di evidenziare eventuali problematiche e criticità a politici e istituzioni, affinchè possano provvedere a valutare la possibilità di risolvere quanto di propria competenza. A margine del servizio presso il Palazzo della Cultura, il fotoreporter ha anche evidenziato tale problematica al consigliere Filippo Quartuccio, delegato dal Sindaco Falcomatà proprio alla cultura durante una conferenza stampa convocata per presentare la mostra “un viaggio nei luoghi dell’anima”, ottenendo un semplice ammiccamento.

Dopo il servizio, l’atteggiamento dello stesso Quartuccio si è trasformato e capovolto. Prima con una telefonata, poi con una nota stampa dai connotati deliranti in modo particolare quando si evidenziano i dettagli del “comportamento” del reporter di StrettoWeb come se la sua attività professionale possa essere dettata, imposta o giudicata dal politico di turno trasformato per l’occasione nella maestra pronta a bacchettare l’alunno monello. Stona ancora di più il riferimento alla “libertà d’informazione” dopo l’incredibile sviolinata “istituzionale” all’attività giornalistica che non deve certo rispondere agli interessi di coloro che detengono e rappresentano lo scettro del potere.

Di seguito riportiamo integralmente la nota di Quartuccio:

“Vi ringrazio per esservi premurati di denunciare una tale situazione che, se fosse rispondente a verità, sarebbe degna di biasimo. Ed invece, vorrei tranquillizzare i lettori di StrettoWeb. Le opere, infatti, sono custodite con diligenza e grande senso del dovere da parte di chi lavora presso il Palazzo della Cultura “P. Crupi” di Reggio Calabria. Inoltre, non solo il sistema di allarme è attivo e sensibile ad ogni movimento, ma le immagini trasmesse dalle videocamere sono costantemente monitorate. Anche quanto riportato circa il fatto che si possa impunemente accedere alle sale espositive senza essere bloccati non è rispondente a verità. Così come riscontrabile attraverso i video facilmente consultabili da chi ne fosse interessato, il fotoreporter è stato bloccato al suo ingresso dall’usciere prima di portarsi al piano superiore. Va da sé che, se un giornalista si reca al Palazzo per una conferenza stampa e poi si trasferisce all’esterno per fare delle riprese, non viene ribloccato rientrando all’interno della Struttura poiché è già noto il motivo della sua visita. Peraltro, il fotoreporter è da me personalmente conosciuto e, pertanto, il suo giro nella sala dei capolavori è stato da me erroneamente decodificato come un interesse per l’arte da fare emergere nel corso dell’articolo e delle riprese, a fini divulgativi e turistico-culturali. Vorrei, infine, esprimere un certo rammarico poiché il giornalista, intervenuto in occasione dell’apertura della mostra internazionale del Maestro Alex Caminiti, si è quasi subito allontanato durante la presentazione della stessa, chiedendo alla responsabile del Palazzo della Cultura di inoltrargli via mail delle informazioni utili per la redazione dell’articolo ritenendo più interessante proporre nell’immediato il servizio di che trattasi. Ferma restando la libertà di ciascuno di definire le proprie priorità, mi domando a quale libertà di informazione debbano fare appello i cittadini per cogliere le opportunità culturali proposte dalle Istituzioni”.

Foto StrettoWeb / Simone Pizzi
Foto StrettoWeb / Simone Pizzi

Inoltre durante la precedente telefonata, le esternazioni di Quartuccio sono state ancor più raccapriccianti. Mentre il fotoreporter, con estrema educazione e con spirito collaborativo, evidenziava come StrettoWeb non s’era permesso di incolpare o denigrare qualcuno, anzi, semmai di pubblicizzare la struttura e fare una segnalazione costruttiva fornendo l’assist a risolvere un problema, come quotidianamente è di costume di questa testata, Quartuccio ribadiva che la sicurezza era garantita, negando di fatto l’evidenza.

Ma guarda che le cose possono succedere indipendentemente da tutto […] io capisco che devi fare il giornalista, ma ti rendi conto che video che hai fatto? Io mi sto spaccando il culo a promuovere il Palazzo della Cultura  e non è possibile avere questo tipo di pubblicità. […] Non è possibile sentire che non ci saranno danni, perché può succedere di tutto nella città, anche le cose meno prevedibili. Bisogna prevenire? Sì, e la prevenzione c’è. Perché c’è una persona che guarda sempre la telecamera, tra l’altro aggratis. Non ci può essere un vigilante perché non è previsto“.

Ma se la prevenzione c’è o meno può giudicarlo chiunque, semplicemente osservando le immagini del video che riproponiamo sotto. Un servizio che non denigra in alcun modo il Palazzo della Cultura ne’ fa cattiva pubblicità, anzi semmai l’esatto contrario. Ma i nostri amministratori anziché apprezzare e ringraziare insistono nel dire che tutto va bene così.

Condividi