Ordine dei Medici di Reggio Calabria: tante voci contro la violenza

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All’incontro hanno partecipato studenti e docenti del Liceo Classico Europeo “Tommaso Campanella” e del Liceo Scientifico “Alessandro Volta”, e la presidente dell’Ammi, Mariella Libri Costantino

Tavola rotonda medici vittime di violenzaTestimonianze, analisi, riflessioni e proposte sul tema della violenza nei confronti di chi opera in ambito sanitario: è stato questo il ricco contenuto della tavola rotonda promossa dalla Commissione Pari opportunità presso l’Ordine dei Medici di Reggio Calabria in collaborazione con la locale sezione dell’Associazione Italiana Donne Medico. Ad aprire i lavori è stato il Presidente dell’Ordine dei Medici, Pasquale Veneziano che ha ricordato come, in Calabria, in passato, ci sono stati alcuni camici bianchi uccisi ed, oggi, si assiste ad un escalation, senza precedenti, di minacce, intimidazioni ed aggressioni nei confronti del personale medico e paramedico. “Spero che da questo incontro – ha rimarcato Pasquale Veneziano – possano venire fuori delle soluzioni concrete poiché non è accettabile che un medico, che si reca sul proprio posto di lavoro, debba temere per la propria incolumità”. Quindi è toccato alle organizzatrici (Anna Federico e Anna Maria Danaro per la Commissione Pari Opportunità dell’Ordine e Annamaria Rosato per l’Aidm) intervenire per un breve saluto. Anna Maria Danaro ha auspicato che arrivino presto soluzioni concrete mentre Anna Rosaria Federico ha evidenziato che vi è la ferma intenzione di continuare a vigilare sulla questione affinché le istituzioni non lascino da soli i medici anche dopo la giornata odierna. Annamaria Rosato, in qualità di Presidente della sezione reggina dell’Aidm, ha ribadito che l’associazione continuerà a portare avanti l’argomento come prevenzione e contrasto alla violenza poiché l’obiettivo di fondo resta il rispetto della dignità di chi lavora e di chi deve essere curato. Un saluto è stato portato alla platea dal Tenente Vito Sacchi, in rappresentanza del Comando Provinciale dei Carabinieri, dal Viceprefetto, Emma Caprino e dal Presidente della Commissione Odontoiatri, Filippo Frattima. Il sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà ha annunciato che chiederà una riunione del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico sull’argomento, allargata ai rappresentanti delle istituzioni sanitarie che operano sul territorio per individuare, come luoghi sensibili, le postazioni di guardia medica ed i presidi della sanità. Il vicepresidente dell’Ordine dei Medici, Giuseppe Zampogna ha relazionato sull’accoglienza in Pronto Soccorso delle vittime di violenza portando alla discussione un contributo tecnico e scientifico sulle conseguenze fisiche e morali di questi episodi nonché la necessità di un approccio multidisciplinare “Alla base di questi atti di violenza – ha sottolineato Cinzia Nava, Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Calabria – c’è l’ignoranza ed è proprio per questo che l’opera di sensibilizzazione, in cui noi ci stiamo già impegnando, deve partire dalle scuole”. “Questa storia delle aggressioni ai medici è vecchia – ha affermato il Direttore Generale del Grande Ospedale Metropolitano, Frank Benedetto – Ricordo che negli anni ottanta, al Pronto Soccorso, venivamo aggrediti quasi ogni notte. Da allora, purtroppo, non è cambiato molto”. Il dg dell’azienda ospedaliera ha illustrato, inoltre, le iniziative poste in essere nell’ultimo periodo per cercare di rendere più sicuro l’ospedale evidenziando che si avverte la necessità di un presidio di polizia aperto h24 anziché h12. “Per quanto concerne la guardia medica, poi – ha aggiunto Frank Benedetto – il medico non può essere solo ma non deve avere una guardia armata bensì deve essere affiancato da un infermiere. Il legislatore ha sbagliato a non prestare la giusta attenzione alle postazioni periferiche che rappresentano il filtro per l’accesso all’ospedale. Se funziona meglio la guardia medica, funziona meglio l’ospedale”.  Il Dg dell’Asp, Giacomino Brancati ha rimarcato che l’azienda è pienamente consapevole delle problematiche in questione ma, spesso, alla base di tali episodi vi è una matrice di carattere culturale. Diverse le testimonianze di medici che hanno narrato le loro esperienze personali tra cui: Sara Castiglia, Antonello Morabito, Vincenzo Amodeo e Serafina Strano, la dottoressa violentata mentre si trovava in servizio presso il presidio di guardia medica a Trecastagni, in provincia di Catania, ed il cui caso è assurto agli onori delle cronache nazionali. All’incontro hanno partecipato studenti e docenti del Liceo Classico Europeo “Tommaso Campanella” e del Liceo Scientifico “Alessandro Volta”, e la presidente dell’Ammi, Mariella Libri Costantino.

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