Messina, Ketty Bertuccelli: “serve non fermarsi, serve guardare in faccia la realtà”

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Ketty Bertuccelli: “Le preferenze del rampollo di casa Genovese bruciano, Adesso serve trasformare l’indignazione in rabbia, in azione politica collettiva d’amore per questa terra, per Messina, per tutte e tutti noi”

ketty bertuccelliLeggo sconcerto e delusione in queste ore, c’è chi scrive che forse questa terra è meglio abbandonarla, che siamo destinati al peggio e che probabilmente questo peggio lo vogliamo, che gli impresentabili sono gli elettori più che gli eletti.
In molte e molti dicono e scrivono che la Sicilia è terra di chi non vuol cambiare. “Qui siamo a Cinisi in Sicilia, dove non aspettano altro che il nostro disimpegno, il rientro nella vita privata” mi risuona in testa a lenire il feroce disincanto che questi numeri gridano. Lo so, quelle preferenze del rampollo di casa Genovese bruciano a molte e a molti di noi, ci indignano, ci scoraggiano; Messina si mostra ancora una volta un feudo, come concentrato di voti di destra, di una destra della peggior specie. Rammento a me stessa che oggi è il centenario della Rivoluzione d’ottobre e che non possiamo farci gettare nella desolazione. Dobbiamo analizzare.  Nel 2012 a vincere grazie a Genovese era Crocetta e il suo PD, oggi Musumeci e la sua larga coalizione di destra.
Insomma, moltiplicando il centro-sinistra per Genovese o Genovese per il centro-destra, il risultato non cambia. Di fronte a questo dato i talk show televisivi si scaldano e bollano la questione degli “impresentabili” delle liste come secondaria di fronte all’innegabile larghissimo consenso popolare, ignorando che la vera analisi inizia proprio qui, a partire dai voti e non a finire nei voti. Perché il transito di quei voti racconta una storia ben diversa e che solo umiliando la nostra intelligenza, la nostra dignità possiamo ignorare. Voti “giunti” ad un ragazzo di 21 anni, con l’unica esperienza politica pregressa di rappresentante di istituto ed attualmente studente universitario fuori città; voti 17.359 per precisione al suo debutto politico nelle elezioni regionali. Voti che si spostano veloci come il cambio di casacca del padre da centro-sinistra a centro-destra, voti che il confronto algebrico fra le preferenze ottenute dallo zio alle precedenti elezioni regionali, di più di 18000 voti, con quelle attuali del neoeletto è pura coincidenza o meglio, frutto di un grande carisma e della credibilità che un giovane -si sa- sempre ispira. E’ vero, il risultato ci mostra che l’unica vera potenza dell’isola è ancora il voto clientelare ma ci aspettavamo davvero qualcosa di diverso? Cosa abbiamo fatto perchè non fosse così? Sono convinta che siciliane e siciliani sono un potenziale di lotta che deve solo riscoprirsi, lontano da usi e abusi di una politica deplorevole. Bisogna mostrare che è possibile combattere per la propria terra, che la soluzione non è né il clientelismo nè una tanto sbandierata legalità ma giustizia sociale. Ci sono ancora innumerevoli Palazzi d’Inverno da assaltare. Serve non fermarsi, serve guardare in faccia la realtà, serve trasformare l’indignazione in rabbia, in azione politica collettiva d’amore per questa terra, per Messina, per tutte e tutti noi”– lo scrive in una nota Ketty Bertuccelli, candidata all’Ars nelle ultime elezioni regionali nella lista “Cento Passi per la Sicilia”.
Serve farlo tutte e tutte insieme.

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