Ceccato 98 – Troppa zagara poco prezzo

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di Enzo Cuzzola – Quell’anno la fioritura della zagara era veramente abbondante. Lo testimoniava il profumo intenso che avvolgeva il paese, ancora più intenso all’imbrunire. Quel profumo e quei fiori, unitamente ai fiori di mandorlo che si vedevano sul “serro di castello”, mettevano allegria, mettevano voglia di vivere, rendevano bella la vita.

Pensavo che di quella abbondanza dovevamo essere tutti contenti. Però mi sbagliavo. Infatti un pomeriggio, nel salone di Vincenzo, era arrivato, mentre leggiucchiavo il giornale, compare Cola Branca, che aveva una piccola industria di trasformazione del bergamotto. Compare Cola non solo sapeva lavorare il bergamotto, delle sue terre e di alcuni piccoli proprietari che gli vendevano il raccolto, si occupava anche di seguire l’andamento del mercato dell’essenza. Conversando, mentre tagliava i capelli, con Vincenzo, lamentò che la eccessiva fioritura, avrebbe dato un raccolto abbondantissimo, facendo abbassare il prezzo della essenza e quindi, in fondo, il guadagno del contadino, che alla fine si sarebbe ritrovato solo con più lavoro per la raccolta, ma lo stesso guadagno.

Confesso che quel ragionamento non mi era chiaro. Quando, finito il taglio, andò via, chiesi spiegazioni a Vincenzo. Il barbiere sapeva, anche lui, di tutto, dato che conversando sempre con i propri clienti, apprendeva molte cose. Mi spiegò che i prodotti della terra spuntano al mercato un prezzo più alto, quando il raccolto è scarso, mentre spuntano un prezzo più basso quando il raccolto è abbondante.

La mattina seguente, anche il maestro Zaccaria contribuì a risolvere la mia voglia di comprendere il meccanismo. In fondo avevo capito che la natura ci dà tanta bellezza, ma l’economia fa in modo che la paghiamo a caro prezzo.

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