Addio a Salvatore Siviglia, ultimo vero baluardo della grecità calabrese. Il pensiero commosso del sindaco di Roghudi Pierpaolo Zavettieri

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“Da ieri la nostra comunità è diventata ancora più povera, orfana di un pezzo della sua personale storia, orfana di uno dei suoi migliore figli”. Sono parole cariche di commozione quelle del primo cittadino di Roghudi Pierpaolo Zavettieri all’indomani della scomparsa di Salvatore Siviglia, figlio di Roghudi, tra gli ultimi baluardi della tradizione e della cultura calabro greca piegato da una lunga malattia. “Con Salvatore Siviglia – prosegue Zavettieri – volano via per sempre, importanti pagine di vita e di storia roghudesi non più replicabili, con lui ci lascia un testimone lucido e prezioso di fatti, eventi e sentimenti, ci lascia uno degli ultimi veri ed autoctoni Greci di Calabria, ci lascia un custode severo della storia, della sofferenza e soprattutto dell’antico idioma, quello che Salvatore volle difendere fino alla fine, con pervicacia, con l’ostinazione di chi in quella lingua ha da sempre rintracciato il filo rosso della sua storia, quel filo mai spezzato col proprio passato, con le sue montagne, con i suoi affetti, con i suoi colori, quelli portati negli occhi e nel cuore fino all’ultimo respiro. A Salvatore – conclude il primo cittadino – vanno il mio personale e commosso pensiero e la mia gratitudine per il prezioso testamento morale consegnatoci, rispetto al quale con enorme orgoglio ci dovremo confrontare da oggi in avanti. Ai suoi cari un ideale abbraccio, quello dell’amministrazione comunale ed attraverso essa quello dell’intera comunità roghudese che piange uno dei suoi migliori figli.

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