Reggina, l’unica combinazione (politica) è l’affitto che consente a Praticò di usare questo nome così glorioso

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Reggina, le imbarazzanti parole del Presidente Praticò ad un’emittente pugliese fanno infuriare i tifosi

juventus reggina 1999 delle alpiCerte cose possono accadere soltanto a Reggio Calabria: qui, nella città culla dei valori della Magna Grecia, nella città che appena 47 anni fa si univa nella più grande rivolta popolare contro i soprusi di uno Stato nemico, e che poi per decenni viveva lo sport come unico strumento di riscatto sociale, oggi si consumano guerre fratricide tra reggini e riggitani, reggini che amano reggio e riggitani che usano la città per i loro scopi personali. Una guerra civile scatenata dalle divisioni politiche e sociali che negli ultimi anni hanno diviso una città che era sempre stata comunità, pur nel pluralismo (spesso e volentieri molto acceso) degno delle migliori democrazie.

reggina 1999Non è un caso che la decadenza che ha portato all’attuale crisi cittadina abbia colpito in modo comune tutti i settori della città. Nello sport, la massima espressione cittadina è sempre stata quella gloriosa Reggina nata nel 1914 che tanto lustro ha dato alla città nel mondo intero, al punto che nessun altro nella storia millenaria di Reggio è riuscito a fare altrettanto. E l’ha fatto in un ventennio straordinario, dal 1994 al 2014, dopo 85 anni di dignitosa e provinciale militanza ai campionati minori e una sola capatina in serie B per 9 stagioni tra 1965 e 1974 durante la presidenza Granillo, a cui oggi è intitolato lo stadio della città.

Ma quello che ha fatto Lillo Foti tra 1994 e 2014 è stato di altro livello: lì dove c’era una discarica abusiva ha realizzato un centro sportivo che è diventato subito un’eccellenza internazionale, e ha trasformato il calcio in azienda, ponendosi al passo con i tempi, e contemporaneamente in strumento di lotta alla criminalità organizzata e di emancipazione sociale per un territorio piegato dal sottosviluppo e dalla sottocultura dilaganti (allora come ora). Un territorio periferico, marginale, arretrato. In cui tutto è stato molto più difficile. Ma nulla è stato frutto del caso: Foti al Sant’Agata ha realizzato un progetto moderno, avveniristico per i tempi, raccogliendone i frutti (probabilmente neanche tutti quelli meritati, questo sì per varie coincidenze sfavorevoli su cui adesso è inutile tornare a recriminare, ma le battaglie dei poteri forti del Nord contro questa matricola che veniva dal Sud a “togliergli il posto” nel calcio che conta hanno avuto un ruolo importante nel prematuro fallimento di un progetto che meritava di proseguire ancora, nonostante la città negli ultimi anni abbia fatto di tutto per trascinarlo a fondo).

reggina 1999Il Sant’Agata, appunto, ha sfornato talenti tra i migliori del calcio italiano (molti figli del Sant’Agata, reggini doc, ancora oggi militano in serie A e in serie B e, i più grandi, lavorano da dirigenti nel mondo del calcio, e senza quelle che Praticò chiama “combinazioni” oggi nella migliore delle ipotesi venderebbero televisori alla MediaWorld di San Leo), togliendo centinaia di giovani dalla strada e dalle grinfie della ‘ndrangheta. L’ha fatto costruendo un progetto vincente in una città dall’economia debole, mantenendo il lusso della serie A per 9 lunghi anni proprio grazie all’oculatezza di una gestione sempre basata sulla sostenibilità economica. E così la Reggina è diventata famosa in tutto il mondo, ha riempito gli stadi del Giappone, ha affrontato il Real Madrid in un’amichevole di prestigio con gli spalti di Graz gremiti da emigrati che da tutt’Europa avevano fatto carte false per vivere un momento d’identità con la loro terra, nonostante il diluvio di quella magica notte europea. La Reggina è stata un simbolo di amore, di unità, di riscatto. Tante prime serate in diretta TV e in mondovisione con una Reggio che dava messaggi di gioia, di crescita, di sviluppo.

lillo fotiIl Sant’Agata, appunto, da solo non bastava. Come non basta adesso. La nuova (tristissima) Reggina di Praticò ce l’ha in affitto e la struttura sta andando in malora. Non bastano campi, palestre e foresterie se non ci sono le menti che sanno gestirli in modo opportuno e brillante, com’è stato per la Reggina Calcio di Foti che adesso tutti ricordano con nostalgia.

In un’emittente pugliese, Praticò ha chiesto di “mettere alle spalle il passato, è stato frutto di un insieme di combinazioni che hanno permesso di stare diversi anni in Serie A. Va presa contezza di dove siamo arrivati, toccando il fondo“. Ma il fondo la Reggina l’ha toccato con lui, negli ultimi due anni, non prima.

reggina marchio storico serie aNel 2014 Foti ha lasciato alla città una Reggina ambita da cordate d’imprenditori internazionali, una Reggina che aveva conquistato sul campo la Lega Pro vincendo un epico derby spareggio nei playout col Messina dopo un campionato segnato da numerosi episodi, anche umanamente drammatici, da tregenda. Il peggio è arrivato dopo: la città e il Sindaco hanno fatto scappare Nick Scali, i Tribunali ci hanno messo lo zampino andando dopo 20 anni a sindacare chissà quali abusi su quel Sant’Agata che aveva regalato grandi gioie a tutti. Accuse, poi, tutte cadute una ad una grazie ai ricorsi del Presidente Foti, che oggi è rientrato in pieno possesso del suo vecchio club per gestire in prima persona la procedura fallimentare su cui i tempi si sono ulteriormente dilungati. E nessuno ha ancora fatto chiarezza sui tanto discussi “debiti” di quel club che in realtà non erano affatto così onerosi come s’è voluto far credere, mentre la decisione di Tavecchio mestamente accolta in modo indifferente durante una telefonata notturna dal Sindaco Falcomatà ha mandato in frantumi quei milioni di euro di crediti che quella Reggina aveva lasciato per strada nelle varie federazioni e nei vari club italiani ed esteri, e che mai più arriveranno a Reggio.

Reggina Sant'Agata  (7)Oggi c’è una società in affitto che si arroga il diritto di chiamarsi Reggina ma da due anni abbondanti fa di tutto per combattere la Reggina. Ha esultato sui profili ufficiali social quando le giovanili dell’ASD Reggio Calabria, come si chiamava all’inizio, hanno battuto la Reggina Calcio che aveva intrapreso un altro percorso sociale ed educativo, ucciso anche in questo caso dalla dissennata politica che malgoverna Reggio e dall’invidia personale. Ha voluto strappare a tutti i costi un Sant’Agata che – appunto – sta andando in malora, così come lo stadio Granillo gestito da amministratori pubblici che lo considerano uno strumento da sagra di paese.

Granillo (2)Furti negli spogliatoi, partite rinviate o giocate con limitazioni, blackout elettrici e gare notturne al buio: il fondo la Reggina l’ha toccato negli ultimi anni, non solo dal punto di vista dei risultati ma anche per l’immagine. E se vogliamo parlare di sport, l’anno scorso il Matera ha passeggiato al Granillo segnando sei reti in 90 minuti. Neanche la Juve, il Milan, l’Inter, la Roma, la Lazio o la Fiorentina in 9 anni di serie A avevano mai segnato così tanto al Granillo. Mai nessuno aveva fatto più di 4 gol in quelle porte durante gli anni d’oro di serie A e serie B, poi nei Dilettanti ha gioito chiunque. La Reggina di Praticò è quella che ha perso andata e ritorno con la Leonfortese, battuta dal Roccella, dal Rende, dalla Vibonese, umiliata dal Siracusa. E quest’anno è arrivata anche la sconfitta casalinga col Cosenza, che a Reggio non vinceva da 58 anni! Peggio di così … altro che “fondo”, è uno “sprofondo” senza fine.

nick scali Reggina (2)Ci vorrebbe un altro Nick Scali, ma Reggio oggi sarebbe in grado di accoglierlo o lo farebbe scappare a gambe levate come (o peggio) di tre anni fa? Questa città ha una stabilità politico-sociale e amministrativa in grado di garantire vicinanza e attenzione a grandi investitori che potrebbero intraprendere un progetto importante sul territorio?

Fatevi la domanda e datevi la risposta da soli. E tutti siamo un po’ responsabili perchè quella Reggina che oggi chiunque rimpiange, negli ultimi anni è stata vituperata, calpestata, detratta dalla miopia di un popolo che di calcio aveva ormai la pancia piena. Ecco perché questo stucchevole teatrino di un Presidente della Reggina che vomita fango sull’essenza della Reggina dovremo sorbircelo ancora a lungo. L’unica combinazione, la vera coincidenza (di natura politica) è proprio questa. Come quel contratto d’affitto che consente a Praticò di usare questo nome così glorioso infangandone la storia un giorno sì e l’altro pure.

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