Ceccato 98 – Le susumelle di Macheda

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di Enzo Cuzzola – Tutte le domeniche, la mattina presto, mio padre scendeva in città, a cavallo della ceccato 98, per andare a pagare le bombole rifornite dal concessionario Ultragas. A volte lo accompagnavo sul sellino (si fa per dire) posteriore della stessa.

Il depositario Ultragas era un signore di mezza età, molto alto. Era un brava persona. Durante la settimana, mio padre metteva da parte qualche ortaggio, dono dei nostri parenti ed amici, per omaggiare a sua volta il depositario, che gradiva moltissimo. A sua volta però ricambiava sempre la gentilezza. Mandava a mia madre qualche utensile per la casa, dato che oltre ad essere il gestore del deposito di bombole, era anche proprietario di un negozio di casalinghi ed elettrodomestici.

Una volta addirittura ci aveva donato un fornetto a gas, uno dei primi sul mercato, che mio padre utilizzava per cucinarci dei gustosissimi gateau di patate.

Conosceva la mia golosità e, quelle volte che andavo anche io, non si perdeva l’occasione di offrirmi una scatola di biscotti. Ne aveva sempre a portata di mano.

Quella domenica mattina, si accorse che osservavo il vassoio di “susumelle” che teneva sulla scrivania. Mi invitò allora a prendere una. Era buonissima. Mi piaceva da matti quel biscotto al miele ricoperto di cioccolato. Mi chiese se era di mio gradimento. Risposi di si ringraziando. Mi aspettavo che mi invitasse a prenderne almeno un’altra e portarla via. Ma nulla. Mi chiesi come mai, forse avevo sbagliato qualche gesto, qualche parola. Rimasi dispiaciuto.

Finiti i conteggi e definiti i rapporti, chiese cortesemente a mio padre di sbrigargli una commissione. Saremmo dovuti passare con la moto dalla pasticceria Macheda, in via Aschenez, a consegnare un piccolo pezzo di ricambio di un forno ed un biglietto. Mio padre si disse sicuramente disponibile.

Passammo da Macheda. Consegnato il ricambio ed il biglietto, la Signora ci chiese gentilmente di aspettare. Andò nel retrobottega. Tornò con un vassoio che consegnò a mio padre. Mio padre capì. Usciti dalla pasticceria, aprì il vassoio e mi fece prendere un’altra “susumella”. Come erano buoni: le susumelle di Macheda ed il depositario Ultragas.

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