Calabria, Nicolò: “necessaria una serie programmazione per evitare la migrazione sanitaria”
“Dopo anni di spending review, secondo Alessandro Nicolò, è giunto il momento di aprire una seconda fase che, oltre a garantire i LEA e i LEP, faccia compiere quel salto di qualità ai servizi sanitari che deriva dalla valorizzazione dei punti d’eccellenza pur presenti nelle nostre realtà”. “Non è ulteriormente procrastinabile la situazione emergenziale legata alla mobilità sanitaria che incide pesantemente, per circa 330 milioni di euro, sul bilancio della Regione. Un quadro aggravato da una persistente conflittualità tra Regione Calabria e Ufficio del commissario per il Piano di rientro che non riescono responsabilmente a tutelare il diritto alla salute e all’accesso alle cure dei cittadini” – sottolinea l’esponente politico. “Nel comparto ‘Sanità’, la Calabria detiene diversi odiosi primati: è la peggiore regione in termini di attrattività dei ricoveri ordinari; con il più alto tasso di mortalità infantile e dove l’età media alla morte è inferiore rispetto alla media nazionale. Tra l’altro, risulta fra le regioni in cui si registrano maggiori difficoltà di accesso al pronto soccorso. Alcune punte di disagio si rilevano nei vari territori della regione ma ancora più preoccupante è la provincia di Reggio Calabria dove – alla luce della vasta dimensione territoriale e della conformazione orografica – i tempi per raggiungere i centri specializzati per servizi essenziali (come quello dei punti nascita e della rete di emergenza-urgenza per le patologie cardiologiche) superano il limite al di sopra del quale il rischio di un evento avverso cresce esponenzialmente. Un quadro sferzante di criticità che certifica la disgregazione del sistema del welfare, specie nel nostro territorio” – stigmatizza il Capogruppo di Fi.
“Gli adempimenti dei Lea; i servizi essenziali; la governance delle liste d’attesa; la sanità territoriale; la capacità d’integrazione pubblico-privato sono settori su cui in Calabria si dovrà prioritariamente intervenire mediante una attenta programmazione che punti ad un progetto organico e strutturale per la sanità pubblica in grado di assicurare – conclude Alessandro Nicolò – standard e condizioni di qualità ed efficienza e garantire il diritto alla salute dei cittadini”.