”Abbiamo delle telecamere che praticamente sono a circuito chiuso, cioè sono ridicole. Cioè a che cosa servono? Solo ad avere delle prove se è successo un delitto là dentro? Basterebbe utilizzare dei mezzi come una telecamera… cioè ricollegare quelle telecamere invece di essere a circuito chiuso in un sistema con sorveglianza remota, cosa che abbiamo chiesto, implorato e che non c’è stato dato, sicuramente, non dico che avrebbe evitato l’aggressione, quella una volta che io apro… succede. Però avrebbe limitato il danno, cioè immediatamente sarebbero arrivati i soccorsi. Io chiedo solo di fare il mio lavoro nel rispetto della mia e della dignità di medico, di tutti i medici“.
Alla domanda se tornerà a lavorare all’interno della guardia medica, anche se fosse messa in sicurezza, la dottoressa ha risposto: ”Forse, ma al momento non so dare una risposta”. (AdnKronos)
“Umiliata come donna e medico”, parla la dottoressa violentata
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