Reggio Calabria, Meduri: “la vicenda di nonna Peppina desta profondo sconcerto”

StrettoWeb

La vicenda di “nonna Peppina” – come ormai ribattezzata da tutte le testate nazionali – desta profondo sconcerto. Le vicissitudini hanno radici che affondano nel millennio scorso. Grazioso spunto per una fiaba si potrà dire, invece, la realtà è più da film horror. La protagonista è una signora di 95 anni, vittima – come altri sfollati –  del terremoto che nel 1997 ha devastato Macerata. La povera anziana, all’epoca già settantacinquenne, trovatasi senza fissa dimora, e solo grazie all’aiuto economico delle figlie e dei generi, decise di costruire una casetta di 75 mq in legno su un terreno edificabile di sua proprietà sito nella ridente località di Fiastra. Tuttavia, sembrerebbe che passati diversi anni ci si sia accorti che un vincolo paesaggistico renda abusiva la casetta e che, di conseguenza, la stessa possa divenire destinataria di un ordine di demolizione. Vero è che la normativa in materia edilizia è una delle più arzigogolate, soprattutto se contestualizzata in ambito processuale. Vero è anche, però, che con gli abusivismi edilizi si sono costruiti imperi economici. Per carità, se la casa è abusiva va demolita e ciò va fatto per ordine del Giudice, ma il problema è a monte: se vi era il vincolo perché la P.A., dunque lo Stato-Amministrazione, ha rilasciato il permesso a costruire? Non si potrebbe forse individuare in questa condotta della P.A. un danno da provvedimento illegittimo favorevole? Ma questa è un ipotesi… Andando oltre l’aspetto tecnico amministrativo, Urgerebbe una riflessione di carattere sociale. Ci si dovrebbe chiedere se per una Nazione che tollera qualsiasi capriccio delle minoranze che accolte con tutti gli onori e le disponibilità logistiche ed economiche possibili, ma che tuttavia, si rendono protagoniste di episodi ai limiti della legalità, o peggio, illeciti, sia cosa ammissibile e ragionevole far rischiare a un’anziana signora italiana il depauperamento della propria sfera fisica ed emotiva per colpa di un errore dell’apparato amministrativo dello Stato. L’iper protezione dei diritti degli immigrati è certamente ammissibile, ma non a scapito di quella degli italiani. Si dovrebbe chiedere ai Sig.ri Parlamentari della XVII Legislatura – qualità delle leggi alla mano, la Peggiore della Seconda Repubblica – di iniziare a interessarsi più seriamente dei problemi che attanagliano il popolo, problemi questi che certamente non sono né lo Ius Soli né, tantomeno, il disegno di Legge contro la propaganda Fascista.   Si diceva fosse una Fiaba in premessa, un augurio a nonna Peppina che – come ci auguriamo tutti – riuscirà a trovare il suo Principe Azzurro”. E’ quanto scrive in una nota l’Avv. Domenico Francesco Meduri, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale.

Condividi