Reggio Calabria: convegno Helios Magazine per un nuovo protagonismo civile

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Un ragionamento sull’essere comunità, sul ruolo che ciascun cittadino deve svolgere sul proprio territorio, in riferimento ai grandi temi del momento: “Cultura, pace, sviluppo”. E’ questa la sfida lanciata dal Centro Studi del Club Ausonia, e dalla rivista di scienze sociali “Helios Magazine” che sabato, a Reggio, ha chiamato a raccolta cittadini, professionalità, studiosi ed esperti del territorio. Una chiamata a raccolta, per un protagonismo collettivo, per  una comunità responsabile, attiva, impegnata. Al centro, la rivista “Helios Magazine” dove far convergere, idee, confronti, riflessioni, proposte per renderle pubbliche, per farle diventare patrimonio collettivo della città, per accompagnarle, sostenerle, realizzarle. Un percorso non facile, ma non impossibile, dimostrato dal livello delle riflessioni scaturite dal convegno aperto dal Presidente del Club Ausonia Helios Magazine, Roberto Pirrello, con il direttore responsabile della rivista on line di Scienze Sociali, Giorgio Neri, il delegato alla cultura del Comune di Reggio Calabria Franco Arcidiaco, il sociologo Pino Rotta, fondatore di Helios Magazine e attuale Presidente del Co.Re.Com. Calabria. Ed ancora Vincenzo Nato e Franco Nucara, componenti il gruppo di lavoro di Helios Magazine. Un incontro che ha messo in luce, anzi esaltato la grande sensibilità ed il bisogno di recuperare una identità perduta, quella di una comunità che vuole guardare al domani con fiducia, con responsabilità. Ricostruire un ‘tessuto’ collettivo, una trama, sfilacciate dalla storia, dalla crisi economica, dalla crisi della politica, da una diffusa crisi dei valori. Da dove iniziare, dunque? Molti gli spunti giunti dai partecipanti, partendo dall’assunto su “cosa ciascuno di noi fa per migliorare le condizioni del nostro territorio?”, come ha affermato Vincenzo Nato che ha posto il problema della fuga dei cervelli, di tanti  giovani che dopo aver  maturato competenze e  professionalità  non trovano spazi ed opportunità per affermare il loro valore. E allora ecco la necessità di una  presa di coscienza collettiva, di una collaborazione civile, altrove chiamata co-working in cui coinvolgere soprattutto i giovani. Ed ancora, la  litigiosità della politica, “che crea enormi danni alla collettività – secondo il sociologo Pino Rotta –  ma che non è l’unico elemento negativo presente sul territorio dove opera spesso una classe dirigente inadeguata, ed una classe imprenditoriale capace solo di drenare risorse senza, nello stesso tempo creare opportunità di lavoro e di occupazione”.
Da pacifista impegnato, Fadel Ziman, giovane marocchino, da anni residente e attivo a Reggio ha messo al centro di tutto la cultura, madre di ogni possibilità di pace e di sviluppo, dove nasce anche il rispetto ed il riconoscimento, dell’altro, del diverso. Per la psicologa, Claudia Anna Maria Morabito prima di parlare di cultura, pace e sviluppo, occorre pensare seriamente all’onestà, “intellettualmente, con gli altri, nelle istituzioni, in qualsiasi attività umana. C’è dunque bisogno di una autocritica, di decondizionarci per vincere quella banalità del male che non ci consente di fare autocritica su quello che facciamo”.  Altro elemento segnalato dal dibattito, “l’individualismo sfrenato che caratterizza i reggini” che secondo l’insegnante Maria Spoto si manifesta con assenza di senso civico, distacco, anzi, estraneità da quello che dovrebbe essere un consorzio sociale di cittadini che convivono nello stesso territorio, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Unità che si riscontra solo in occasione delle feste patronali o quando si tratta di demolire l’amministrazione di turno con una faziosità che ricorda le antiche divisioni tra guelfi e ghibellini.
“Una Reggio che ha bisogno di testimoni credibili” secondo Bruna Siviglia, presidente dell’Associazione Biesse (Benessere Sociale). “Andare cioè al di là dell’apparenza, sulla quale si poggiano oggi molti falsi eroi, sostenuti nei social, davanti ai quali l’unico risultato, poi,  è quello di “demandare” il da farsi alla politica.  Il cambiamento passa invece attraverso ognuno di noi, con le nostre azioni, diventando operatori di speranza”. Presente anche la Presidente della Commissione comunale Pari opportunità Michela Calabrò che ha sposato l’idea di creare ‘spazi di discussione’, soprattutto coinvolgendo i giovani, nello spirito di quello che sta attuando la Commissione per le pari opportunità del Comune di Reggio Calabria, “che ritiene indispensabile presidiare i principali luoghi della formazione”. Un ragionamento sull’essere comunità, sul ruolo che ciascun cittadino deve svolgere sul proprio territorio, in riferimento ai grandi temi del momento: “Cultura, pace, sviluppo”. E’ questa la sfida lanciata dal Centro Studi del Club Ausonia, e dalla rivista di scienze sociali “Helios Magazine” che sabato, a Reggio, ha chiamato a raccolta cittadini, professionalità, studiosi ed esperti del territorio. Una chiamata a raccolta, per un protagonismo collettivo, per  una comunità responsabile, attiva, impegnata. Al centro, la rivista “Helios Magazine” dove far convergere, idee, confronti, riflessioni, proposte per renderle pubbliche, per farle diventare patrimonio collettivo della città, per accompagnarle, sostenerle, realizzarle. Un percorso non facile, ma non impossibile, dimostrato dal livello delle riflessioni scaturite dal convegno aperto dal Presidente del Club Ausonia Helios Magazine, Roberto Pirrello, con il direttore responsabile della rivista on line di Scienze Sociali, Giorgio Neri, il delegato alla cultura del Comune di Reggio Calabria Franco Arcidiaco, il sociologo Pino Rotta, fondatore di Helios Magazine e attuale Presidente del Co.Re.Com. Calabria. Ed ancora Vincenzo Nato e Franco Nucara, componenti il gruppo di lavoro di Helios Magazine. Un incontro che ha messo in luce, anzi esaltato la grande sensibilità ed il bisogno di recuperare una identità perduta, quella di una comunità che vuole guardare al domani con fiducia, con responsabilità. Ricostruire un ‘tessuto’ collettivo, una trama, sfilacciate dalla storia, dalla crisi economica, dalla crisi della politica, da una diffusa crisi dei valori. Da dove iniziare, dunque? Molti gli spunti giunti dai partecipanti, partendo dall’assunto su “cosa ciascuno di noi fa per migliorare le condizioni del nostro territorio?”, come ha affermato Vincenzo Nato che ha posto il problema della fuga dei cervelli, di tanti  giovani che dopo aver  maturato competenze e  professionalità  non trovano spazi ed opportunità per affermare il loro valore. E allora ecco la necessità di una  presa di coscienza collettiva, di una collaborazione civile, altrove chiamata co-working in cui coinvolgere soprattutto i giovani. Ed ancora, la  litigiosità della politica, “che crea enormi danni alla collettività – secondo il sociologo Pino Rotta –  ma che non è l’unico elemento negativo presente sul territorio dove opera spesso una classe dirigente inadeguata, ed una classe imprenditoriale capace solo di drenare risorse senza, nello stesso tempo creare opportunità di lavoro e di occupazione”. Da pacifista impegnato, Fadel Ziman, giovane marocchino, da anni residente e attivo a Reggio ha messo al centro di tutto la cultura, madre di ogni possibilità di pace e di sviluppo, dove nasce anche il rispetto ed il riconoscimento, dell’altro, del diverso. Per la psicologa, Claudia Anna Maria Morabito prima di parlare di cultura, pace e sviluppo, occorre pensare seriamente all’onestà, “intellettualmente, con gli altri, nelle istituzioni, in qualsiasi attività umana. C’è dunque bisogno di una autocritica, di decondizionarci per vincere quella banalità del male che non ci consente di fare autocritica su quello che facciamo”.  Altro elemento segnalato dal dibattito, “l’individualismo sfrenato che caratterizza i reggini” che secondo l’insegnante Maria Spoto si manifesta con assenza di senso civico, distacco, anzi, estraneità da quello che dovrebbe essere un consorzio sociale di cittadini che convivono nello stesso territorio, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Unità che si riscontra solo in occasione delle feste patronali o quando si tratta di demolire l’amministrazione di turno con una faziosità che ricorda le antiche divisioni tra guelfi e ghibellini. “Una Reggio che ha bisogno di testimoni credibili” secondo Bruna Siviglia, presidente dell’Associazione Biesse (Benessere Sociale). “Andare cioè al di là dell’apparenza, sulla quale si poggiano oggi molti falsi eroi, sostenuti nei social, davanti ai quali l’unico risultato, poi,  è quello di “demandare” il da farsi alla politica.  Il cambiamento passa invece attraverso ognuno di noi, con le nostre azioni, diventando operatori di speranza”.  Presente anche la Presidente della Commissione comunale Pari opportunità Michela Calabrò che ha sposato l’idea di creare ‘spazi di discussione’, soprattutto coinvolgendo i giovani, nello spirito di quello che sta attuando la Commissione per le pari opportunità del Comune di Reggio Calabria, “che ritiene indispensabile presidiare i principali luoghi della formazione”.
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