Elezioni Regionali Sicilia, in campagna elettorale è scontro per il Ponte sullo Stretto: grillini e comunisti dicono “No”, Pd e Centro/Destra vogliono realizzarlo

StrettoWeb

Elezioni Regionali Sicilia, si accende la campagna elettorale e tra i temi più scottanti che anche la mobilità: inevitabile parlare del Ponte sullo Stretto e dell’alta velocità come prospettiva per un futuro migliore, ma per i candidati del Movimento 5 Stelle e della sinistra resta il male assoluto

Manca un mese e mezzo esatto alle Elezioni Regionali della Sicilia, che si svolgeranno domenica 5 novembre ed eleggeranno il successore di Rosario Crocetta: la sua legislatura era partita sotto i migliori auspici nell’autunno 2012, ma in cinque anni non è riuscito a portare a termine i progetti illustrati in campagna elettorale tanto che non si discute neanche di una sua possibile seconda legislatura, perché nessun partito l’ha voluto ricandidare. I candidati principali saranno 4: Nello Musumeci per il centro/destra, Fabrizio Micari per il centro/sinistra, Claudio Fava per l’estrema sinistra e gli scissionisti del Pd, e Giancarlo Cancelleri (forse) per il Movimento 5 Stelle, nel caos dopo che il Tribunale di Palermo ha sospeso le primarie online annullando l’elezione di Cancelleri a candidato grillino.

Mentre il Movimento 5 Stelle è in subbuglio, i sondaggi parlano chiaro: Musumeci è nettamente in vantaggio su tutti gli altri candidati, accreditato di percentuali vicine al 40%. Segue appunto il Movimento 5 Stelle con una percentuale vicina al 30%, poi Micari con il 20% e infine Fava con meno del 10%. Ma ovviamente in un mese e mezzo tutto può succedere, e abbiamo già visto come i sondaggi in molte occasioni possono fornire numeri che poi si rivelano inesatti rispetto alla realtà. Alle ultime Regionali, nel 2012, in Sicilia, Crocetta supportato dal Pd (allora unito), dall’Udc e da tutto il centro, riuscì avincere ma senza sfondare, ottenendo il 30,4% dei voti. Per il centro/destra (c’era ancora il PdL) il candidato era sempre Nello Musumeci, che arrivò secondo con il 25,7% dei voti. Terzo il grillino Cancelleri con il 18,1%, poi Miccichè che con il suo 15,4% andò a spaccare il centro/destra, tradizionalmente molto solido in Sicilia, consegnando la vittoria a Crocetta (con i suoi voti, infatti, la coalizione di Musumeci avrebbe superato il 41% persino in quel momento storico, nel periodo di peggior consenso per l’area di centro/destra nel Paese e in Sicilia).

Stavolta il centro/destra sarà unito, e arriva lanciato dopo 5 anni di governo del centro/sinistra, nell’ottica dell’alternanza democratica tipica di ogni legislatura: ecco perché Musumeci è super-favorito e sta mantenendo bassi i toni in campagna elettorale. Ma attenzione al Pd di Renzi, che ha fatto una scelta di alto profilo, schierando Fabrizio Micari, Rettore dell’Università di Palermo, trovando nella sua figura il consenso di tutti i movimenti centristi e ottenendo quindi il pieno supporto di Alfano e Casini, che in Sicilia hanno una forza non considerevole, oltre che dei Sindaci di Palermo e Catania, Orlando e Bianco.

Micari inoltre raccoglie consensi anche nel centro/destra, tanto che persino Berlusconi con Forza Italia prima di accodarsi alla scelta di Musumeci (lanciato da Meloni e Salvini), aveva riflettuto a lungo su una candidatura civica come appunto quella di Micari. Fatto sta che nei contenuti Musumeci e Micari non sono poi così distanti, e lo dimostra il tema della mobilità. Entrambi favorevoli alla realizzazione del Ponte sullo Stretto e all’alta velocità ferroviaria in Sicilia, stanno impostando la loro campagna elettorale su un programma di rilancio per la Regione, a partire proprio dalla mobilità e dai collegamenti col resto d’Italia, per ridurre la marginalità e migliorare la competitività di imprese e cittadini. “Emigrare per lavoro dovrà diventare una scelta, non un obbligo” ha detto Micari di recente. E il lavoro è il tema base di entrambi i candidati, che pur su piattaforme politiche differenti e apparentemente opposte, battono su contenuti analoghi. Nella scelta dei cittadini potrebbe pesare molto il fatto che Musumeci è stato il più duro oppositore di Crocetta, mentre Micari inevitabilmente si pone con una candidatura in continuità con l’attuale amministrazione regionale, seppur soltanto da un punto di vista politico (e, comunque, neanche totale).

Chi invece si sta battendo duramente contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto sta invece dall’altro lato della barricata: i grillini guidati da Cancelleri e i comunisti che vedono in Fava l’occasione non tanto di andare a governare la Sicilia (sanno già che è impossibile), quanto di affermare la loro esistenza alternativa rispetto al Pd, facendo lo sgambetto a Renzi e alla sua alleanza con i centristi. Il loro obiettivo è superare Micari: per Renzi sarebbe effettivamente una batosta, sia per una coalizione di centro/sinistra del tutto ipotetica e teorica (mai praticata concretamente viste le distanze tra Renzi e gli scissionisti), che all’interno del Partito Democratico. Per Movimento 5 Stelle e sinistra, il Ponte dello Stretto resta il male assolto. Nonostante l’ultima stagione amministrativa siciliana, calabrese, reggina e messinese, con la sinistra di Crocetta, Oliverio, Accorinti e Falcomatà al governo da svariati anni (tutti fervidi “No Ponte“), abbia dimostrato l’inconsistenza delle “alternative”.

Calabria e Sicilia oggi, dopo il governo dei No Ponte, sono due Regioni depresse, periferiche, sempre più lontane dall’Italia, dall’Europa e dal Mondo, ma anche più lontane tra loro, nello Stretto, dove gli amministratori contrari al Ponte non hanno trovato uno straccio di soluzione alternativa per avvicinare le due sponde e migliorare una mobilità degna del terzo mondo.

Vogliamo continuare a dire “no” e vivere nel sottosviluppo, o decidiamo finalmente di sostenere con entusiasmo l’idea e il progetto del Ponte, che rilancerebbe in un colpo solo l’economia del Sud dando le risposte che servono nel breve (lavoro), medio (indotto) e lungo (turismo) periodo? E’ la ricetta migliore per valorizzare le straordinarie risorse del territorio calabro-siculo e per ripartire dopo la crisi (a prescindere da Musumeci e Micari). Non sarà certo un governatore regionale siciliano a realizzarlo, ma sarebbe un segnale fondamentale per il prossimo governo. Che in tal senso potrebbe finalmente impegnarsi in modo concreto.

Condividi