Calabria, Bova: “indignato dall’ennesimo atto intimidatorio nei confronti della cooperativa “Le Agricole”

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Arturo Bova ha visitato la cooperativa “Le Agricole” dopo l’atto intimidatorio

Le Agricole_20 settembre 2017Mi sono recato in visita presso la Comunità “Progetto Sud” – comunità fondata e gestita da don Giacomo Panizza – dopo che si è registrato l’ennesimo tentativo di furto e danneggiamento ad una delle sue propaggini, la cooperativa ‘Le Agricole’”. E’ quanto rende noto il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria, Arturo Bova“Dobbiamo tristemente registrare quello che è a tutti gli effetti un altro atto intimidatorio ai danni di una cooperativa che opera per produrre valore anche utilizzando i beni confiscati alla ‘ndrangheta. Quasi superfluo sottolineare con quanti sacrifici e passione ‘Progetto Sud’ porti avanti la propria attività. A tutti i protagonisti di questa realtà – prosegue Bova – giunga tutto il mio sostegno personale e istituzionale. Questo episodio, così come i tanti altri che recentemente hanno conquistato spazio sulle pagine dei giornali, ci racconta di un’economia, quella calabrese, sulla quale non si è per nulla allentata l’attenzione della criminalità. Proprio per questo motivo, ho inteso concentrare l’attenzione della prossima riunione della Commissione contro la ’ndrangheta, in programma lunedì 25 settembre, sulle intimidazioni ad imprenditori ed operatori economici e sociali, oltre che su quelle perpetrate ai danni di amministratori locali”. “Affinché quanto raccolto nel corso delle audizioni non rimanga lettera morta, entro la fine dell’anno, subito dopo l’approvazione del bilancio – dichiara il presidente Bova – licenzieremo finalmente il testo unico relativo agli interventi regionali contro la criminalità organizzata. Un lavoro lungo oltre due anni grazie al quale, però, la nostra regione sarà finalmente dotata di uno strumento normativo all’avanguardia nel contrasto alla criminalità, uno strumento che aiuterà concretamente la politica e i cittadini, aumentando la fiducia nelle istituzioni”.

“Non è accettabile, infatti, che le vittime di racket, usura ed estorsione – conclude Arturo Bova – rinuncino a costituirsi parte civile nei processi ai loro persecutori. Bisogna sostenere e affiancare gli imprenditori che hanno paura, impedendo che proprio la paura sia l’unico esempio fornito all’opinione pubblica”.

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