I viaggi della speranza, da Milano a Melito di Porto Salvo: l’orgoglio di un piccolo ospedale del Sud

StrettoWeb

La nostra storia inizia un anno fa,  quando un  medico, amico carissimo, ci consegna, desolato,  un bollettino di guerra: ” cancro gastrico avanzato”. Iniziano così  i viaggi , che ci accomunano a Mille altri viaggiatori strani ,    Avidi di speranze, Vacanzieri spossati , in cerca di salute da Reggio  Calabria a Milano ,  con voli  a dir poco pindarici. La splendida realtà del Niguarda, dove ogni persona  , ogni  medico , operatore  sanitario e finanche gli spazi  e  la luce delle volte a cielo aperto,  i moderni  e splendenti graniti ,fanno di tutto per alleviarti le pene del corpo ed ilPeso dell’Anima. Da Milano a Reggio Calabria , decine di volte, su l’unico treno diurno a due tratte, la seconda  ,che porta  a Reggio , tra polvere  e muffa  ,su sedili consunti ,scarti di un sistema dei trasporti che , come altri , ha dimenticato il sud.  La malattia che non molla, ci costringe ad ulteriori sofferenze. E noi le sfidiamo, imperterriti , con la forza di chi grida la gioia di vivere con tre splendidi figli ed amori dappertutto , intorno, a corona. Il grande Medico  del nord , che encomia ,con grande generosità , colleghi del sud per “L ineccepibile diagnosi”  e che al sud ci rimanda a proseguire protocolli di cure d’ avanguardia. Realista e paterno  , sensibile compagno di viaggio,  vero ” buon padre di famiglia, consapevole ,comprendendo la fatica  di Vincenzo per la malattia.  E’ certo e sereno il prof . Siena , luminare indiscusso dell’ oncologia, che le mani di quei colleghi proseguiranno al meglio L’ opera già intrapresa.  E  così giungiamo , affidati, al secondo approdo, Melito Porto Salvo,ospedale di provincia che decenni d inerzia ed incapacità politiche , lungi anni luce dal fine primo di servizio alla collettività ,vorrebbero relegare all’ angolo .E’ bella la facciata dell’ospedale di Melito, così classicheggiante, emblema  vivo di un passato di sanità e medici illuminati, di una cultura estetica raffinata  anche nell’ edilizia e nei dettagli architettonici. E’ bello l’ospedale di Melito , nel presentarci all’ ingresso, una  storica barella su carro, trainato da cavallo, nell’emblema nobile dell’ uomo che conduce il suo  fratello sofferente, tra mille stenti e difficoltà. E quelle targhe storiche di travertino lungo i corridoi, così diversi dagli sfarzi meneghini eppure così significative… E quei corridoi, così densi di storia , ci conducono al terzo approdo: la Divisione di oncologia medica . Entriamo in punta di piedi, facilmente, così abituati ai labirinti di Milano. Ed ecco, ad attenderci  il Responsabile Medico di unità operativa : il dr. Antonino Iaria, fraterno amico di decenni , già circondato , come miele tra le api, da un nuvolo di pazienti . Nino che ha raccolto, con serena professionalità , competenza ed afflato semplice, il grave testimone affidatogli dal prof Salvatore Siena. Un medico che quotidianamente , con i suoi colleghi e collaboratori , come tanti nella nostra realtà , opera tra mille difficoltà economiche, burocratiche , strutturali. Così diverse Melito e Milano eppure così simili nel pathos che accomuna i loro professionisti. Ed è per questo pathos che la tensione di noi ,malati e parenti, si scioglie, come burro, naturalmente. L’accoglienza ed il sorriso sono evidentemente di casa in questa bomboniera calabrese, come il fresco dell’ igiene. Analogamente , ancor più da medico,  non posso non notare il rigore   Scientifico e la competenza professionale di tutti gli operatori . Oltre al dr Iaria , il dr  Pasquale De Stefano, esperti ed  assai aggiornati  oncologi ,  i preziosi infermieri professionali Sig.ri Nino , Rita, Claudio e Francesca .  Menti e Mani esperte e sicure , gesti pacati ed insieme fermi su procedure delicate. La costante ed attenta vigilanza del paziente e delle sue condizioni, il monitoraggio  pedissequo delle terapie  su ogni target previsto, ed insieme la musica, le parole ed i gesti delicati verso tutti ed ognuno. La parola che assiste l’opera  medicale. Senza fronzoli, senza enfasi, senza sfarzo e senza risparmio di risorsa alcuna utile alla salute. Per il malato oncologico , che in se è complesso tutto ciò asse un significato ancora più forte.  Milano così  positivamente simile a Melito ,nella presa in carico amorevole ed adeguata , del sofferente e di chi lo assiste. Io sono qui, con Mio marito , Vincenzo Nucara, malato oncologico, a dire il sereno orgoglio di un viaggio che continua , un viaggio che accomuna il nord al sud , che ci riaccompagna alla nostra terra, con speranza  e con fede in Dio e nella scienza medica. Quella scienza che accomuna, Vivaddio, gli uomini di buona volontà , professionisti  così simili e vicini ,di stampo internazionale nelle  Cattedrali della Medicina più illuminata , a quelli delle indefesse chiese  di provincia . Quelli che operano anche nella Mia terra, la Calabria , offesa e martoriata delle ingiustizie eppure così feconda. Questa terra , generosa e bella, che dovrebbe smettere di avere bisogno di eroi!  Pensino i nostri politici ad operare in nome  e per conto della  nobiltà di essere stati eletti da un popolo che ha uguale dignità ad ogni Latitudine. Soprattutto nei diritti essenziali! Questo viaggio  , come la nostra vita di ogni giorno e L esperienza maturata ,continueranno ad insegnarci che i Medici e gli operatori sanitari , come ogni uomo di buona volontà,questa nobiltà ed onore conoscono da Sempre , a tutte le latitudini.  E la spendono nel più amorevole dei servigi:  verso il proprio  fratello ,nella fragilità della malattia.

Dr.ssa Sonia Lucia

Romeo Nucara

 

Condividi