Il tempo dell’attesa per i medici della Medicina dei Servizi e per la FPCGIL di Reggio Calabria è scaduto
Al contrario, recentemente, per alcuni medici di Guardia medica, anch’essi in regime di convenzione, il problema trova soluzione per via giudiziaria, infatti, gli stessi incrociano due elementi favorevoli, il parere del giudice e la mancata opposizione dell’Azienda al loro ricorso. Lo stesso, in altri tempi, non è avvenuto per i medici dei Servizi che avevano sperato di risolvere l’annosa vicenda in un’aula di Tribunale, in quell’occasione l’Azienda ritenne di avanzare opposizione e il giudice accolse le ragioni dell’Azienda. Da questa evidente disparità di trattamento si genera, oggi, una ulteriore ingiustizia, infatti i vincitori del recente ricorso, pur occupando posti inferiori in graduatoria, potranno transitare alle dipendenze dell’Azienda regolarizzando la loro posizione. Tutto ciò insegna che non sempre un contenzioso legale sia utile a risolvere un medesimo problema, oltre l’aggravio di costi che genera, può realizzare ulteriori disparità di trattamento. Pertanto, prima di approdare a simili decisioni, la FP CGIL, consultati i propri iscritti, ritenendo che non ci sia più tempo, perché sono troppi gli anni trascorsi, perché non ci sono più alibi per non applicare la legge, essendo approvati gli atti propedeutici e per porre fine a trattamenti discriminatori, proclama lo stato di agitazione dei Medici della Medicina dei Servizi e indice un sit-in di protesta per martedì 18 luglio dalle 10 alle 13 presso la sede Aziendale dell’ASP di Reggio Calabria, sita in Via Diana, auspicando che la Direzione aziendale agisca nella direzione più volte sollecitata da questa Organizzazione sindacale, ovvero porre fine ad un rapporto di lavoro che sulla carta prevede ruoli e compiti completamente diversi da quelli realmente espletati da seri professionisti senza i quali i servizi offerti alla cittadinanza, già gravati da molteplici criticità, andrebbero in crisi e non crediamo che ciò sia auspicabile. Si tratta di sanare una disparità di trattamento che assume i contorni della discriminazione e consentire invece a questi lavoratori di godere pienamente di tutti i diritti che un regolare rapporto di lavoro prevede” lo scrive in una nota la FPCGIL.