Reggio Calabria, Cisl: “dai Monti Peloritani all’Aspromonte si bruciano bellezze, biodiversità e ricchezze”

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Si bruciano bellezze, biodiversità e ricchezze, dai Monti Peloritani all’Aspromonte

“Siamo alle solite, mentre si cercano le responsabilità, il territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria Brucia, dal mare alla montagna, devastando in poche ore il verde rigoglioso di querce, faggi, ulivi, lecci  secolari e un’enorme macchia mediterranea. E’ sotto gli occhi di tutti, che va in fumo la ricchezza vera della nostra terra, fatta di bellezza del paesaggio, ambiente, biodiversità, acqua, aria pulita, buona terra. Per non dire poi, dei danni all’agricoltura, con i tanti ettari di grano antico, pronto per la mietitura e tramando dei semi, distrutto nell’area Grecanica e gli uliveti carichi di olive e parte di vigneti su Motta San Giovanni. Il fuoco, che rende impotenti queste comunità non adeguatamente organizzate, distrugge tutto questo e crea panico quando l’aria diventa irrespirabile e le fiamme lambiscono le case, provocando danni immensi agli uomini, alla natura, agli animali, alle cose. Gli incendi di queste ore, posto che si tratta sempre e comunque di incendi dolosi, provocati da criminali piromani inetti,   potevano essere evitati? La risposta è si, o comunque si potevano limitare i focolai e i  danni subiti, se ci fossimo presi cura della manutenzione del territorio, mediante interventi di prevenzione e controllo, indispensabili per arginare in fase preventiva, l’avvio degli incendi e governare, con maggiore possibilità di riuscita, la fase di spegnimento. Un tempo, molti interventi di contrasto erano effettuati dai lavoratori idraulico forestali, mediante apposite squadre antincendio che, presidiavano l’intero territorio durante i mesi estivi e assicuravano azioni di prevenzione durante i mesi invernali, facendo lavori di pulitura del territorio. Oggi, anche questa possibilità è venuta meno o ridotta al minimo, poiché la stragrande maggioranza dei lavoratori rimasti, non supera la visita medica annuale d’idoneità fisica per poter intervenire in sicurezza sugli incendi, come si conviene con lavori così pericolosi e impegnativi.

Come Cisl, è ormai da qualche tempo che, chiediamo un ricambio generazionale governato per numero di ore lavorative, che periodicamente si liberano per effetto della messa in quiescenza dei lavoratori che hanno raggiunto  il requisito di andare in pensione, constatato che, nel settore della forestazione non si effettuano assunzioni dal lontano 1983, entrata in vigore della legge 442/84,  riducendo così il numero attuale, a poco più di seimila addetti in tutta la regione, con un’età media oltre i sessant’anni. A queste difficoltà, si aggiunge l’inadeguatezza dei mezzi in dotazione per lo spegnimento incendi, vetusti e superati per tecnologia, nonché  una inadeguata organizzazione, deficitaria nel contemplare le diverse autorità e strutture che hanno l’obbligo di lavorare affinché simili disastri non si verifichino o in ogni caso ridotti al minimo“. Lo scrive in una nota il Segretario Generale Fai Cisl Reggio Calabria Romolo Piscioneri. 

 

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