Incendi Messina, i cittadini: “eravamo in preda al panico” [INTERVISTE]

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Messina devastata dagli incendi, le testimonianze di chi ha visto l’inferno con i propri occhi

“Sentivamo urlare la gente in preda al panico, all’improvviso è andata via la luce. Ho temuto il peggio e ho abbandonato la mia abitazione“. E ancora “Avevamo il fuoco in casa, finita l’emergenza nessuno è venuto a chiedere se avessimo bisogno di aiuto“. Queste sono solo alcune delle testimonianze dei cittadini a poche ore dal devastante incendio che ha incenerito gran parte delle colline di Messina.

Non si può non parlare di catastrofe, non si può parlare di solo 5 evacuati. Non si può minimizzare.  È un offesa per chi in quelle drammatiche ore ha visto con i propri occhi l’inferno. A chi, vista la grave emergenza, ha dovuto allontanarsi dalle proprie case. Ma specialmente è un offesa a chi tutt’oggi continua a respirare l’aria tossica che sprigiona delle montagne andate in cenere, per quella mamma  che rimane chiusa in casa insieme ai due figli piccoli perché a San Michele l’aria è irrespirabile. E nessuno si è fatto vivo per accertare se avesse bisogno di aiuto.  La città era in ginocchio, ma si continua a dire che “nessuno è stato messo in pericolo” che “non è una catastrofe”.  Basta farsi un giro tra le colline per capire se si tratta di catastrofe e se non è stata messa a rischio l’incolumità delle persone. Ci sono case che poggiano su terreni carbonizzati.  Tutto questo non è fantascienza, ma è realtà documentabile. Messina ha vissuto un’emergenza che si è consumata sotto l’indifferenza delle Amministrazione. È queste la percezione che hanno i cittadini. Ai residenti delle zone colpite dall’incendio serviva aiuto, supporto materiale e psicologico. Un supporto che, vista l’emergenza, non potevano certo dare gli uomini impegnati a domare il fuoco, a cui va tutto la nostra riconoscenza per il lavoro svolto. Ai cittadini serviva vedere un volto amico, di un sindaco, di un assessore, di un consigliere, che spiegasse loro cosa stava accadendo.  Serviva che qualcuno li rassicurasse o che chi di dovere lanciasse quanto meno un messaggio  (aggiornato) rivolto ai residenti di San Michele, dell’Annunziata, di Curcuraci lasciati soli in preda al panico. Noi c’eravamo coi cittadini. Eravamo con loro anche questo pomeriggio e abbiamo raccolto le loro testimonianze che troverete qui in fondo all’articolo.

 

 

 

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