Calabria: previsti nuovi licenziamenti tra gli Educatori Professionali in diverse strutture private

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 Lettera aperta dell’ANEP Calabria indirizzata al Commissario ad acta alla Sanità Ing. Massimo Scura e al Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria

L’ANEP Calabria in vista di nuovi possibili licenziamenti in diverse strutture private ha deciso di scrivere una lettera aperta per mostrare la sua solidarietà ai lavoratori e il proprio disappunto circa tale decisione. In una regione in cui la figura dell’Educatore Professione sembrerebbe non essere più al centro delle decisioni politiche, l’Anep decide di prendere le difese di coloro che subiranno così una terribile azione. Di seguito il testo:

 “Gentile Commissario Ing. Massimo Scura e Spettabile Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria, dopo la pubblicazione del DCA 102/2017, ascoltando la voce degli Educatori Professionali iscritti alla nostra Sezione Calabrese dell’ANEP (Associazione Nazionale Educatori Professionali), ma anche dei non iscritti, direttamente interessati e preoccupati in quanto a breve subiranno i licenziamenti collettivi che le strutture private accreditate avvieranno, a causa delle imposizioni previste dal decreto stesso, pur non essendo un sindacato e quindi non entrando nel merito del taglio delle tariffe applicate e degli astrusi calcoli che hanno portato alla rimodulazione degli standard di personale e alla indicazione per la creazione di mega strutture destinate ad ospitare fino ad 80 utenti, la nostra Associazione non può esimersi dal commentare un tale atto.

L’Educatore Professionale, è una figura il cui profilo professionale è riconosciuto con Decreto del Ministero della Salute n.520/98 e con Decreto del Ministero della Salute del 29/03/2001 all’art.3 è inserito tra le “Professioni Sanitarie della Riabilitazione” e quindi per definizione è una figura “Riabilitativa”.       L’Educatore Professionale,  in tutte le strutture previste dal DCA 81/2016 ma anche nei servizi territoriali direttamente gestiti dalle ASP,  attuano specifici progetti educativi e riabilitativi, nell’ambito di un progetto terapeutico elaborato da un’équipe multidisciplinare, volti a uno sviluppo equilibrato della personalità con obiettivi educativo/relazionali in un contesto di partecipazione e recupero alla vita quotidiana; curano il positivo inserimento o reinserimento psico-sociale dei soggetti in difficoltà. Programmano, gestiscono e verificano interventi educativi mirati al recupero e allo sviluppo delle potenzialità dei soggetti in difficoltà per il raggiungimento di livelli sempre più avanzati di autonomia; contribuiscono a promuovere e organizzare strutture e risorse sociali e sanitarie, al fine di realizzare il progetto educativo integrato; programmano, organizzano, gestiscono e verificano le loro attività professionali all’interno di servizi socio-sanitari e strutture socio – sanitarie – riabilitative e socio educative, in modo coordinato e integrato con altre figure professionali presenti nelle strutture, con il coinvolgimento diretto dei soggetti interessati e/o delle loro famiglie, dei gruppi, della collettività; operano sulle famiglie e sul contesto sociale dei pazienti, allo scopo di favorire il reinserimento nella comunità; 

partecipano ad attività di studio, ricerca e documentazione finalizzate agli scopi sopraelencati; contribuiscono alla formazione degli studenti e del personale di supporto e concorrono direttamente all’aggiornamento relativo al loro profilo professionale e all’educazione alla salute.       Su “Welfare Oggi” n.4/2016 il nostro collega, Francesco Crisafulli, propone una rilettura delle funzioni dell’Educatore Professionale: “… è una sorta di specialista della ricomposizione” laddove i risultati delle storie di vita e dei processi di emarginazione portano gli individui alla malattia e all’isolamento”.       Si intuisce bene e subito, senza  far ricorso a particolari strumenti di calcolo, considerando già la complessità del lavoro svolto in moduli fino 20 utenti (“ogni persona è unica”), che RIDUCENDO la presenza giornaliera dell’Educatore Professionale e considerando “nuclei” composti da 40, 60 e 80 utenti, viene meno la possibilità di creare relazioni e di intervenire in modo positivo ed impedire e/o rallentare il deterioramento e il decadimento delle funzioni presenti, come previsto dallo stesso DCA n.102.       Si rischia di mettere l’Educatore Professionale nelle condizioni di non poter rispettare le prescrizioni del proprio Codice Deontologico.       Il risparmio della spesa sanitaria e il taglio della retta giornaliera, non può passare attraverso una palese riduzione della garanzia per gli ospiti/cittadini, destinatari dell’intervento educativo, di vivere, anche all’interno  di strutture residenziali, una vita dignitosa e sicura, senza dimenticare le responsabilità nei confronti delle famiglie e le loro aspettative. Il DCA 102/2017, proprio per la classificazione dei nuclei e la relativa dotazione di personale, perde un aspetto essenziale previsto dal “Mattone 12” , ossia “l’umanizzazione e la personalizzazione dell’assistenza” concludono.

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