San Luca, la ‘Ndrangheta e il baciamano al boss Giorgi: la Calabria vera è nel volto di quei Carabinieri eroi

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I carabinieri che hanno arrestato Giuseppe Giorgi, il volto più sano e pulito di una Calabria che spera di liberarsi dalla criminalità organizzata

All’alba di Venerdì 2 Giugno, nel giorno della Festa della Repubblica, i Carabinieri del Reparto operativo di Reggio Calabria, con uno squadrone dei Cacciatori di Calabria, hanno arrestato a San Luca il boss Giuseppe Giorgi, 56 anni, pluripregiudicato, considerato da decenni uno degli elementi di vertice della cosca di ‘Ndrangheta Romeo, alias ‘Staccu‘, operante prevalentemente a San Luca e con ramificazioni in tutta la provincia e a livello nazionale e internazionale. Giorgi era nella lista dei latitanti più pericolosi, ed era irreperibile dall’agosto 1994. Deve scontare una condanna a 28 anni e 9 mesi per associazione finalizzata al traffico internazionale di droga. Un’operazione straordinaria, quella dei Carabinieri di Reggio Calabria, che hanno messo a segno un colpo storico nei confronti della criminalità organizzata.

Giorgi si nascondeva come un topo, in un piccolo bunker ricavato sopra il camino della sua abitazione. Gli agenti lo braccavano da alcuni giorni e intorno alle 3.30 della notte, quando erano praticamente certi di trovarlo all’interno dell’abitazione, sono entrati ed hanno iniziato la perquisizione. Dopo circa 5 ore di lavoro, quando i carabinieri hanno cominciato a rompere le pareti alla ricerca del rifugio, Giorgi si e’ fatto sentire. I carabinieri hanno dovuto lavorare molto duramente, letteralmente smurando l’abitazione (e trovando decine di migliaia di euro in contanti occultati tra le pareti), perché si era bloccato il congegno che consentiva l’apertura, attraverso lo spostamento di una pietra del pavimento. Una volta sistemato il dispositivo, il ricercato e’ uscito e si e’ fatto ammanettare. Il bunker era di piccole dimensioni e serviva soltanto per sfuggire ai controlli in caso di perquisizione.

Adesso, dopo giorni, questa maxi operazione sembra passare in secondo piano (almeno da un punto di vista mediatico) per le immagini dell’ignobile baciamano al boss da parte di alcuni vicini: a maggior ragione, stiamo dalla parte dei Carabinieri anche questa volta. Il tessuto sociale del territorio reggino, che probabilmente, come dimostrano queste immagini, favorisce e sostiene la criminalità organizzata, rende ancor più complicato il lavoro delle forze dell’ordine e degli agenti in divisa che rappresentano lo Stato. Sono loro gli eroi e i protagonisti di questa vicenda: dopo anni e anni di latitanza prima l’hanno trovato, poi l’hanno braccato, alla fine l’hanno preso. Rischiando la vita, come sempre, e salvaguardando la pubblica incolumità in un contesto così difficile.

Ecco perché non è sul baciamano che ci dobbiamo soffermare. Il volto più sano e pulito della Calabria è quello di questi Carabinieri eroi, questi agenti che hanno festeggiato come un trionfo il buon esito dell’operazione. Sono loro la speranza di un futuro migliore. L’appiglio per una Regione intera che deve rialzarsi e non vuole rimanere piegata al male.

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