Per la Cisl Fp di Reggio Calabria i livelli essenziali di assistenza sanitaria non vengono garantiti
“La Dialisi di Locri può contare su un solo Medico a tempo pieno che fra qualche mese andrà in pensione, dodici Infermieri e un Ausiliario che hanno in carico oltre settanta Nefropatici, la possibilità di garantire la “sopravvivenza” dei propri assistiti è svanita, insieme alla possibilità di trattare i residenti fuori Regione che assicuravano un flusso di mobilità attiva durante il periodo estivo. L’Ortopedia di Locri e di Melito sono confluite in una realtà unica, si è spogliato l’Ospedale Generale per vestire parzialmente e insufficientemente l’Ospedale Spoke. La condizione del Centro Trasfusionale di Locri ha toccato ormai il fondo, la Struttura è alla paralisi per quanto riguarda alcune procedure, è sempre più difficile reperire il sangue per gli interventi chirurgici e ancor di più per trattare il consistente numero di Talassemici che gravano sulla Locride. L’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione non deve fare i conti solamente con il numero ridotto di Medici, Infermieri e Operatori Socio Sanitari ma anche con le condizioni di salute degli stessi Medici che non riescono a supportare adeguatamente l’attività interna e quella del Comparto Operatorio, mettendo seriamente a rischio la propria salute. La Chirurgia dell’Ospedale di Locri vive ormai da tempo una drastica riduzione dei posti letto previsti e quella dell’Ospedale di Gioia Tauro può solo assicurare i piccoli interventi” prosegue.
“Le Unità Operative di Pronto Soccorso scoppiano e non sanno più dove allocare gli utenti che ricevono le prime cure, sono carenti di Medici, di Infermieri e di Operatori Socio Sanitari. Le Pediatrie di Locri e Polistena sono carenti di Personale, i Medici non coprono i turni e gli Infermieri Pediatrici sono sempre di meno per effetto dei pensionamenti. La chiusura delle Cliniche Private che fungevano da Punto Nascita, ha determinato un carico notevole sui Reparti di Ostetricia e Ginecologia di Polistena e Locri, dove le dotazioni organiche già carenti non sono state implementate di Medici, Infermieri e Operatori Socio Sanitari. L’assistenza Domiciliare Integrata, a fronte di una sempre crescente domanda per l’invecchiamento della popolazione, decresce come numero di prestazioni, tutto questo per “risparmiare” sugli Operatori addetti, col risultato di spendere di più con i “ricoveri tampone”, senza considerare che da anni gli Operatori che hanno assolto il delicato compito di assistere a domicilio, non sono stati ancora pagati. La Popolazione vive il dramma dell’abbandono che ormai è sotto gli occhi di tutti, bisogna “emigrare” anche per le cure più semplici, sottoponendosi a spese personali e costringendo il Servizio Sanitario Regionale al trasferimento di fondi ad altre Regioni. Quanto tempo dovrà passare ancora per capire che servono Medici, Infermieri, Tecnici, Operatori Socio Sanitari, Biologi e tutte le figure che riescono a dare risposte ai bisogni dei Cittadini-Utenti? Quanto tempo dovrà passare per capire che non curare i propri residenti costa molto di più che curarli ? Quanto tempo dovrà ancora passare per capire che l’unità d’Italia non è ancora di fatto avvenuta? Perché è evidente che nella Provincia di Reggio Calabria l’approccio alle cure non è come nel resto d’Italia” conclude.