Il Dipartimento regionale antimafia sociale e cittadinanza attiva sinistra italiana della Calabria si scaglia duramente contro gli atti intimidatori che hanno interessato la “Valle del Marro”
Le “forze del male” coltivano i fiori della morte, dello sfruttamento schiavistico, dell’umiliazione umana, non sopportano chi coltiva i fiori della legalità, della dignità, del lavoro ben retribuito, della solidarietà e del riscatto sociale e produttivo. Da un lato ci sono gli attori della malvagità, i compari coltivatori di barbarie e di lutti, dall’altro ci sono i calabresi che vogliono indicare un nuovo cammino e sostituire il fetore emanato da tali escrementi sociali con il meraviglioso profumo dei frutti della nostra terra, laddove i compagni Peppe Valarioti e Francesco Vinci hanno sparso “ABBONDANTE PROFUMO DI ZAGARA”. Ai ragazzi della Cooperativa del Marro, Sinistra Italiana esprime la sua piena e totale solidarietà, il nostro sostegno e l’invito ad andare avanti con ancora maggiore determinatezza e caparbietà, ai compari, invece, esprimiamo tutto il nostro disprezzo e la nostra assoluta condanna. Ma le parole di solidarietà non possono bastare, dobbiamo necessariamente costruire le basi che consentano il riscatto civile e democratico della nostra terra, promuovere, definitivamente, una nuova “RESISTENZA”, una nuova “LOTTA DI LIBERAZIONE” che ci conduca verso il cambiamento e ciò significa, innanzitutto, liberarsi dall’oppressione delle mafie e della ndrangheta e dai condizionamenti che le organizzazioni criminali esercitano nella vita di ognuno di noi. Nei giorni scorsi , il Dipartimento Regionale Antimafia Sociale e Cittadinanza Attiva di Sinistra Italiana-Calabria, ha formulato una proposta da includere nella stesura del Manifesto Per Una Nuova Calabria proposto dal compagno Angelo Sposato, segretario regionale della CGIL, che come partito vogliamo portare avanti senza tentennamenti.
Nella nostra regione sono presenti oltre2700 beni confiscati, parte dei quali sono diventati, come la coop valle del Marro c’insegna, strumenti reali di sviluppo locale, a partire dalla produzione agricola, ai servizi per le persone, passando per il reinserimento lavorativo e sociale dei lavoratori svantaggiati. Succede però che questo enorme patrimonio, nella disponibilità dello Stato, a volte resta sconosciuto, perché i comuni non soddisfano l’obbligo di rendere noti i beni presenti sul proprio territorio. Dunque, accanto all’opera repressiva delle forze dell’ordine e al lavoro giudiziario svolto dalla Magistratura, le Istituzioni locali, parimenti alla Regione e a quelle nazionali, non solo devono maggiormente tutelare i simboli di DIGNITA’ e del BENE COMUNE esistenti nei nostri territori, ma deve, altresì, assolutamente operare affinchè questi si moltiplichino, perché altri esempi di imprenditoria sana possano realizzarsi, fondando la loro azione sociale al fine di creare nuova occupazione dignitosa e ben retribuita, perché le armi “DELLA RESISTENZA E DELLA LIBERAZIONE”, diventino sempre più efficaci per sconfiggere l’abberrante ed efferata DITTATURA della ndrangheta. Come Sinistra Italiana rilanciamo dunque con forza l’idea e la proposta di avviare una campagna di RICHIESTA AI COMUNI CALABRESI, di permettere, abborrendo eventuali negligenze, l’accesso civico in materia di pubblicazione dei dati relativi ai beni confiscati , al fine di segnare un punto di partenza fondamentale per le cooperative e le associazioni che vogliono creare attività sui beni confiscati stessi.
Lo Stato, in tutte le sue componenti, deve incoraggiare, sostenere e proteggere queste iniziative, poiché, la riscossa del Sud e della Calabria si può ottenere solo se si ripristinano i valori della DEMOCRAZIA E DELLA NOSTRA COSTITUZIONE, attraverso atti pragmatici che dimostrano l’esistenza REALE DELLO STATO e non per mezzo delle solite parole solidali e di un “ANTIMAFIA DI FACCIATA”.