Messina, viaggio fra gli ultimi: una pomeriggio con i volontari della Mensa di Sant’Antonio [FOTO e INTERVISTE]

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StrettoWeb

400 pasti al giorno, centinaia di buste riempite a dovere con viveri di ogni genere. È questo il miracolo della solidarietà compiuto ogni giorno dai volontari della Mensa di Sant’Antonio a Messina

Mensa sant'ANTONIO messina (12)Una grande macchina della solidarietà. È quella che ogni giorno a Messina “entra in azione” per dare una mano agli ultimi, ai dimenticati. Con le telecamere di StrettoWeb abbiamo seguito per un pomeriggio il lavoro degli instancabili volontari, che ogni giorno si adoperano al servizio degli esclusi, dei più poveri.  Alle cinque del pomeriggio, ci mettiamo in coda fuori dai cancelli della Mensa di Sant’Antonio, insieme un nutrito gruppetto di persone radunato in attesa di un posto a sedere o di  ricevere una busta piena di viveri. Per la consegna dei viveri la disciplina è rigorosa: tutti  devono osservare le regole. Ci si mette in fila e si attende il proprio turno, nessuno resterà a mani vuote. Aprono presto i cancelli e ad attenderci c’è la signora Ricciari, coordinatrice della  mensa, che ogni giorno sfoglia e controlla la lunga lista delle famiglie richiedenti aiuto. Per evitare disparità, ogni famiglia ha un numero di riferimento, che viene apposto anche nel grande bustone di plastica che le operatrici riempiranno di viveri. Chi si rivolge allo sportello deve comunicare alla signora Ricciari il numero del nucleo familiare, che è  già inserito nella grande lista. Ogni busta verrà riempita con generi di prima necessità che serviranno a sfamare tutta la famiglia. In coda insieme agli habitué del posto scopriamo che è possibile esprimere delle preferenze, scegliendo  tra primo o un  secondo piatto. Oggi per dessert ci sono i biscotti al cioccolato, ma c’è chi arriva per chiedere solo qualche tozzo di pane e dei biscottini per il proprio nipotino. Finita la consegna delle buste, i volontari  sono pronti a servire la cena.

Mensa sant'ANTONIO messina (15)Li seguiamo nei lunghi corridoi della struttura, cercando di non essere d’intralcio a quelle operatrici che svelte si dirigono nella sala pranzo. Lì ad attenderle troviamo uomini di mezza età, giovanissimi e qualche donna. Sono tutti seduti  composti in attesa che il pranzo sia servito, non prima però che sia stata fatta la preghiera. Qualcuno, incuriosito dalla nostra presenza inizia a farci qualche domanda e la conversazione spazia dalla qualità del servizio al perché si finisce a mangiare in mensa. Qualcuno ci racconta di essere finito lì per puro caso,  altri sono attenti a che non compaiano nelle riprese. Il problema è che : “Nessuno in famiglia sa che per mangiare mi rivolgo alla mensa dei poveri“. Il pomeriggio trascorre tranquillo, tra le chiacchiere di chi da una vita frequenta quella mensa. Tutti si conoscono e sanno quanto sia difficile andare avanti senza l’aiuto delle volontarie. Alla fine riusciamo a scambiare anche qualche parola con lo staff. Veniamo informati sui tempi e le modalità di cottura dei cibi. Dietro tutto ciò c’è un grande impegno. Per la cena di oggi gli operatori sono a lavoro da stamattina. Nessuno sembra patire la stanchezza, oggi è una giornata caldissima, ma tutti ci regalano sorrisi sinceri.

400 pasti al giorno, centinaia di buste riempite a dovere con viveri di ogni genere. È questo il miracolo della solidarietà compiuto ogni giorno da questi angeli. Una grande macchina della solidarietà che continua ad andare avanti grazie al contributo dei cittadini e dei Padri Rogazionisti. Torniamo a casa portando con noi il ricordo di questa gente, che trova aiuto da questi  volontari dal cuore grande. Volontari che dedicano la propria vita agli ultimi senza nulla in cambio.

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