Elezioni Comunali, ecco cosa succede adesso a Villa San Giovanni: il nuovo Sindaco è Maria Grazia Richichi [FOTO, INFO e DETTAGLI]

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Elezioni Comunali, a Villa San Giovanni il nuovo sindaco è Maria Grazia Richichi dopo la sospensione di Giovanni Siclari

Si consuma in riva allo Stretto di Messina l’ennesimo pasticcio della legge Severino, una delle tante disastrose eredità lasciate all’Italia dal “governo dei professori” guidato da Mario Monti tra novembre 2011 e dicembre 2012: siamo a Villa San Giovanni (Reggio Calabria), uno dei più importanti comuni calabresi in cui si è votato questa domenica. Un voto dai risvolti politici molto significativi per la città metropolitana di Reggio Calabria, tanto che per sostenere il candidato del Pd Salvatore Ciccone si erano mobilitati tutti i vertici del partito, il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, il Presidente del Consiglio Regionale della Calabria Nicola Irto, il deputato Demetrio Battaglia, il capogruppo del Pd in Consiglio Regionale Sebi Romeo e il consigliere regionale Mimmo Battaglia, tutti quotidianamente impegnati sul territorio villese a sostegno della lista di Ciccone, “Villa Riparte”. Ma il candidato del centro/sinistra s’è fermato al 28,5%: i cittadini di Villa San Giovanni hanno scelto Giovanni Siclari e la sua lista “LeAli per Villa“, il candidato di centro/destra che si candidava in continuità rispetto alle ultime amministrazioni comunali villesi e ha ottenuto il 33,1% dei voti vincendo le elezioni ed essendo eletto Sindaco.

Il pasticcio della legge Severino sta proprio in questo: è poco chiara, e nonostante la condanna pendente su Siclari relativamente alle vicende della precedente amministrazione, non prevedeva la sua incandidabilità. Siclari, quindi, si è potuto candidare ed è stato democraticamente (e regolarmente) eletto Sindaco.

Subito dopo la proclamazione, Siclari ha nominato con apposito decreto il proprio vice sindaco, Maria Grazia Richichi, storica figura del centro/destra villese, da sempre impegnata nella vita politica e sociale della città. Maria Grazia Richichi anche stavolta era candidata (ed è stata eletta) nella lista “LeAli per Villa“, e adesso dopo la sospensione di Siclari da parte del Prefetto, è lei la nuova prima cittadina facente funzioni, destinata a formare la nuova Giunta e amministrare Villa verosimilmente per almeno un anno.

Siclari, infatti, ha fatto ricorso in appello e procederà la propria battaglia legale convinto di veder riconosciute le proprie ragioni. Intanto, però, nessuno mette in discussione la sua elezione a Sindaco: il Comune non verrà sciolto ne’ commissariato, le elezioni sono valide. Siclari rimane semplicemente “sospeso“, cioè è certo che prima o poi tornerà a ricoprire l’incarico da Sindaco. Male che vada tra 18 mesi, dopo che avrà finito di scontare la condanna pendente, ammesso che nessun ricorso porti alla sua assoluzione o a un addolcimento della pena. Intanto, in attesa del ritorno di Siclari (che potrebbe concretizzarsi anche molto prima, tra qualche mese o addirittura tra qualche giorno in caso di vittoria sul ricorso), il Sindaco sarà appunto Maria Grazia Richichi, che da oggi avrà pieni poteri per amministrare la città.

Il pasticcio di Villa San Giovanni riporta alla cronaca tutta la debolezza e l’inconsistenza della legge Severino: il caso De Luca, certamente più eclatante, non è bastato per mettere mano ad una normativa così imbarazzante, a tratti ridicola, e pericolosissima per la tenuta della democrazia. Perché, rimanendo all’esempio di Villa San Giovanni, se Siclari non avesse avuto la brillantezza e la prontezza di procedere subito con apposito decreto alla nomina del vice Sindaco appena proclamato, adesso ci ritroveremmo ad assistere all’ennesima sospensione della democrazia (comunque in parte già attuata, perché seppur espressione della stessa lista e della stessa area politica, i cittadini hanno votato per avere sindaco Siclari e adesso si ritrovano Richichi, che sono dello stesso partito ma comunque almeno in linea teorica non è la stessa cosa).

Riusciranno i nostri eroi in parlamento ad archiviare una delle pagine più brutte della storia politica del nostro Paese, anche semplicemente spostando nel cestino la legge Severino e ripristinando lo status quo precedente?

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