Malessere crescente nella sede Rai Calabria: «la direzione di sede incapace di dare risposte alle esigenze dei lavoratori»
«Discorso a parte – continua la segreteria – meritano le questioni relative al personale di produzione e al corretto utilizzo dello stesso. La sede calabrese è l’unica realtà territoriale senza il quarto coordinatore tecnico in esercizio, e non si provvede al reintegro delle diverse unità andate in pensione, con un aggravio di compiti sul personale esistente. Le professionalità interne, richieste più volte per i grandi eventi a livello internazionale, sono bloccate il più delle volte da una direzione votata alla tutela del piccolo orticello locale, a fronte delle legittime aspirazioni di un personale che non chiede altro che il riconoscimento e la professionalità in anni dimostrate. Ultimo tassello di una politica di basso livello del medesimo direttore, la decisione di lasciare sguarnito il sito di Reggio Calabria. Per alcuni anni si è registrata la presenza costante di un tecnico Rai (talvolta anche quando i redattori erano in ferie). La risoluzione attuale, ora che i giornalisti a Reggio sono in numero maggiore, è stata quella di lasciare tutta la produzione in mano agli appalti e al proliferare di costi non giustificati o giustificabili». «Come sindacato chiediamo – conclude la Slc Cgil Calabria – ai vertici aziendali, alle istituzioni calabresi un intervento mirato affinché la sede regione ritorni ai fasti di un tempo, con le proprie professionalità con l’adeguamento del parco tecnologico e mantenendo lo stato di occupazione con nuove assunzioni di personale. In una regione dove il lavoro è precario la Rai non può permettersi di dare un segno di cedimento occupazionale. Pertanto rilanciamo la vertenza messa in campo per lo sviluppo della sede Rai calabrese, affinché possano essere fatti passi in avanti per l’occupazione e la valorizzazione di tutte le professionalità che vi esercitano, partendo dal sostegno convinto di ogni azione di lotta per la tutela di ogni singolo lavoratore».