Durante la Settimana Santa le città della Sicilia accolgono le particolarissime rappresentazioni religiose dedicate alla rievocazione e commemorazione della Passione
si svolgono ben 14 processioni a cui si aggiungono quelle di carattere parrocchiale, tutte composte dalla Vergine al seguito di un simulacro del Cristo Morto giacente in una bara. Le processioni organizzate dalle Confraternite si snodano dal centro urbano e complessivamente arrivano anche a 40 nella sola giornata.
Anche a Trapani, da oltre 400 anni, si svolge una particolarissima processione religiosa in commemorazione del Cristo. Di origini andaluse, il corteo del Venerdì Santo si compone di 20 Gruppi Sacri che, alle 14 in punto, danno il via alla processione che si conclude solo ventiquattro ore dopo. Come sarà facile dedurre, si tratta della più lunga manifestazione religiosa in Italia, sia per numero dei gruppi che per durata, e soprattutto una tra le più antiche. Durante i venerdì di Quaresima, si mettono in atto i preparativi in vista del Venerdì Santo. “A scinnuta dei misteri“, vede i ragazzi trasportare a spalla dei fercoli con delle immagini sacre. Durante il Venerdì di Passione si ha la processione più imponente di questi misteri con la partecipazione dei 18 gruppi lignei appartenenti alle maestranze, più l’urna del Cristo morto e dell’Addolorata. La processione, come detto sopra, termina la mattina del sabato.
Anche il Venerdì Santo ad Ispica, in provincia di Ragusa, è particolarmente suggestivo. In questa giornata si assiste alla processione del “Cristo alla colonna“. In passato un gruppo di fedeli a torso nudo e col capo cosparso di spine, chiamati flaggellanti, si percuotevano le spalle con vari materiali, tra cui corde, vetro e chiodi. Oggi la processione inizia dopo la mezzanotte del Giovedì Santo e prosegue fino alle prime luci dell’alba, per riprendere intorno alle tre del pomeriggio del Venerdì.
Folcloristica, bizzarra e altrettanto partecipata è la cerimonia del Venerdì Santo a San Fratello (Me), durante la quale gruppi di persone scorrazzano per il borgo suonando trombe ed indossando un costume caratteristico detto appunto da “Giudeo”. Il gruppo interpreta i legionari romani e si distingue per il particolare abbigliamento composto da una costosissima uniforme di foggia ottocentesca di colore giallo e rosso, ricamata di perline, elmetto decorato, spalline militari, guanti e scarpe di pelle. Tra gli accessori i Giudei dispongono inoltre di una d-shplìna (“disciplina”) , cioè un flagello metallico con cui si narra che i legionari romani, si autoinfliggessero delle punizioni corporali dopo essersi pentiti di aver ucciso Cristo. I festanti si calano nella parte mettendo in scena una rappresentazione che irride al carattere sacro ed austero della Passione. Irrompono con gli squilli delle loro trombe nelle meste processioni commemorative della Passione.