Lavoro, Briatore: “in Italia restano solo i laureati disoccupati, chi vuole lavorare va all’estero!”

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Per Flavio Briatore in Italia restano solo i disoccupati laureati mentre chi vuole lavorare va all’estero

giovani-lavoroL’occupazione è tra gli argomenti all’ordine del giorno dell’agenda politica di tutti i governi che dal 2008 (anno di inizio della crisi, ndr) sino ad oggi si sono susseguiti. Aumenta il tasso di disoccupazione soprattutto tra i giovani costretti molto spesso a fare i bagagli e trasferirsi all’estero per poter far fortuna e sperare quindi in qualcosa di migliore e diverso. Flavio Briatore, uno degli imprenditori più importanti dell’Italia, sta aprendo uno dei nuovi ristoranti del suo impero “Billionaire” dove il 90% del personale è italiano. Briatore non ha peli sulla lingua. “Tanti giovani in cerca di lavoro, le cui esigenze trovano risposta solo all’estero. In Italia resta solo chi si lamenta e non vuole farsi il mazzo”. Una dichiarazione dura, fredda e lineare che desta tanta rabbia e stupore tra quei pochi giovani che restano in Italia con la speranza di poter risollevare questo Paese, di poterlo cambiare e sovvertire. Cultura e formazione per l’imprenditore, che ha conseguito da privatista un diploma da geometra, non sono poi così importanti e necessari. Laurea triennale, magistrale, master  sono solo per coloro che desiderano rimanere disoccupati a vita invece di essere occupati con lavori manuali. Tasse, nozioni e cultura andrebbero quindi evitati come la malaria se si vuol avere un lavoro certo e sicuro. «Io non dico che i giovani non devono studiare, dico però che se uno inizia a fare l’idraulico a 18 anni, magari dopo 10 anni può avere 40 negozi. Può diventare ricco, partendo anche da zero. Cercare dei lavori dove pensano che ci sia una nicchia di sviluppo, il falegname, il cameriere, il cuoco, l’idraulico, tutto quello che è manuale rende molti soldi perché nessuno lo vuole fare. Però capisco che la parola ricco in Italia non si può usare perché sembra quasi una parolaccia». Troppi laureati? Forse o forse mai abbastanza. L’università in fondo è un luogo in cui si compie perfettamente quella che Charles Darwin chiamò “selezione naturale”. Chi studia, chi si impegna, chi dedica fatica, sudore e tempo, chi ha attitudine per quel percorso universitario riesce a raggiungere una meta. Forse è ingiusto ritenere “inutile” quel famoso pezzo di carta per cui tanti giovani faticano. Un lavoro, qualsiasi esso sia, necessita di professionalità, formazione e conoscenza. Un idraulico non sarà mai un grande idraulico se non conoscerà tutte quelle regole che l’esperienza lavorativa accanto ad un esperto del settore può dare. Un avvocato non sarà mai un grande avvocato se non conoscerà tutte quelle nozioni che la formazione universitaria può trasmettere. La formazione e la cultura accompagnati da intraprendenza, intuizione, intelligenza e prontezza sono costanti fondamentali della vita di un uomo o una donna che sperano di ritagliarsi un posto all’interno della società.

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